
Un caso di malagiustizia secondo il Cav. Raffaele Dipace, cittadino pugliese, che con una lettera-esposto indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non solo ha denunciato l’ennesima sentenza emessa a suo sfavore e di suoi familiari, ma in forte segno di protesta ha restituito al Presidente della Repubblica l’attestato di Cavaliere al Merito della Repubblica (avuto da Sandro Pertini nel 1985) e la propria tessera elettorale.
All’origine della vicenda, un incarico professionale conferito intorno alla metà dell’anno 2009 dalla sig.ra Teresa Barile, moglie del Cav. Dipace, all’avvocato Frederico Bitetti del Foro di Foggia, al fine di recuperare dei contributi pagati in più da parte della sig.ra Barile.
A seguito di procedura esecutiva azionata, il professionista – secondo quanto denunciato – avrebbe intascato oltre quattromila euro di esclusiva spettanza della moglie, facendo bonificare tale somma sul C/C acceso presso il Banco di Napoli di Foggia, intestato allo Studio Legale “Bitetti-Marinaccio”, ovvero degli Avv. Frederico Bitetti ed Antonio Marinaccio (collega del Bitetti, che non aveva ricevuto alcun incarico a tal riguardo dalla Sig.ra Barile).
Da lì diatriba giudiziaria che è ancora adesso pendente.
In pratica l’Avv. Frederico Bitetti (assieme al collega Marinaccio) si sarebbe sempre rifiutato di restituire il denaro, portando i coniugi a presentare regolare denuncia a loro carico per “appropriazione indebita”. Per tutta risposta, i coniugi – secondo quanto dichiarato – venivano fatti oggetto di ritorsioni da parte dei legali che chiedevano onorari professionali sproporzionati.
Inoltre, 17 marzo e il 10 aprile/2020, a seguito di quelli che i due coniugi, unitamente al figlio, Luigi Cassio Telesforo Dipace, definiscono aspetti oscuri e inquietanti per la Giustizia, venivanoinoltrati due esposti indirizzati al Presidente della Repubblica, al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al Presidente della Corte d’Appello di Bari, Dottor Francesco Cassano, nei confronti della Seconda Sezione Civile della Corte d’Appello di Bari, presieduta dal Giudice Dottor Egiziano Di Leo – già Presidente Aggiunto della Corte d’Appello di Bari – evidenziando come in riferimento a una causa civile riguardante i suddetti coniugi (Procedimento Civile n.1983/2016 R.G.), fossero stati commessi – a detta del Cav. Dipace – “evidenti abusi e favoritismi verso la parte avversa, in un procedimento in fase di decisione tenuto stranamente a ‘dormire’ per circa un anno e improvvisamente rimesso a ruolo con aspetti pretestuosi”.
“A ciò, bisogna aggiungere che riguardo questa Sezione Civile della Corte d’Appello di Bari ci sono svariati esposti fatti presentati a tutti gli Organi Nazionali preposti – prosegue Dipace – Una Sezione Giudiziaria poco trasparetnte e sfacciatamente partigiana.
Nonostante questo, le varie querele sono state con motivazioni assurde archiviate dai P.M. e dai G.I.P. del Tribunale di Foggia”.
Dipace e la sua famiglia, in modo particolare la moglie Teresa Barile e il figlio Luigi Cassio Telesforo Dipace, che sostengono di combattere una dura battaglia contro il malaffare e contro Istituzioni dello Stato silenti, o spesso complici, con l’esposto del 17 marzo segnalavano “delle incresciose ‘anomalie’ nel Procedimento Civile pendente presso la Seconda Sezione Civile della Corte d’Appello di Bari, denunciando il tutto al Presidente Mattarella, al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e all’attuale Presidente della Corte d’Appello di Bari, Francesco Cassano.
Tant’è vero che Nella seconda decade di Maggio del 2020, viene emessa la Sentenza Civile n.840/2020 dalla Corte d’Appello di Bari, relativa al Procedimento Civile in precedenza indicato.
Una Sentenza con mille lati oscuri e che ha visto come Relatore un Giudice Ausiliario, ovvero l’Avv. Leonardo Nota”.
Il Dipace oltre a raccontare i fatti e denunciare le presunte “anomalie” di questo procedimento civile, contesta che alla Corte d’Appello di Bari vi sia la presenza di troppi Giudici Ausiliari, a suo dire poco imparziali quando si trovano come parte in causa degli Avvocati.
Descrivendo altresì quello che ritiene lo strapotere degli avvocati nelle Istituzioni italiane.
Secondo il Dipace, quanto denunciato al Presidente Mattarella in termini di mala-giustizia e la mala-amministrazione, non sono nient’altro che dei “crimini contro l’umanità, e in palese violazione della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, in modo particolare gli artt. 41 e 47, oltre che in violazione dell’art.106 della Costituzione Italiana.
Da qui la decisione del Cav. Raffaele Dipace di restituire, come forma di estrema di protesta, l’attestato di Cavaliere al Merito della Repubblica ricevuto da Sandro Pertini nel 1985 e la propria tessera elettorale, segnalando anche di essere vittima da anni di una autentica “schedatura” attuata da pezzi dello Stato.
“Sarebbe assurdo l’ennesimo silenzio del nostro Capo dello Stato” – commenta il Cav. Dipace.