Bonanni (Osservatorio Nazionale Amianto): ‘ Mi appello al Ministro del lavoro, no all’accanimento dell’INPS contro le vittime della fibra killer”
Gli interventi di Patrizio La Pietra, Giuseppe Pisani, Stefania Prestigiacomo, Fausto Raciti
Roma, 13 ottobre 2020 – La Sala Laudato Sì del Campidoglio ha ospitato oggi la conferenza stampa dell’Osservatorio Nazionale Amianto sul tema “Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime”.
Durante l’incontro, moderato dal giornalista Massimo Maria Amorosini (ONA Tv), il Presidente Ona, Avv. Ezio Bonanni ha parlato dei diritti negati ai lavoratori vittime dell’amianto. La strage continua e l’INPS rifiuta l’accredito delle maggiorazioni contributive, anche quando c’è la prova del danno. È il caso dei lavoratori siciliani delle Industrie Meccaniche Siciliane: l’isola è stata il centro di speculazioni di imprese del nord e di occultamento della condizione di rischio, il che ha impedito di proporre le domande di rilascio della certificazione amianto presso l’INAIL, e anche quando sono state depositate, i diritti non sono stati riconosciuti. I lavoratori avevano ottenuto, in via amministrativa, l’accredito delle maggiorazioni amianto, e in molti casi anche il prepensionamento. Il Tribunale di Siracusa aveva riconosciuto loro i c.d. benefici amianto, grazie ai quali, anche quelli non collocati in pensione, avrebbero ottenuto comunque un prepensionamento.
Tuttavia la Corte di Appello di Catania, adita dall’Avvocatura INPS, ha emesso la sentenza n. 416, del 03.07.2020, con la quale ha annullato la sentenza del Tribunale di Siracusa, sezione lavoro, 900/2018, e rigettato le domande di accredito dei benefici amianto.
Bonanni esorta il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo affinchè “si evitino spese legali da parte dell’INPS per alimentare un contenzioso abnorme per i rigetti di tutte le domande di prepensionamento delle vittime dell’amianto. L’accanimento contro queste vittime è vigliacco e vergognoso. Sulla negligenza dell’INPS indaghi la Corte dei Conti’.
Gli hanno fatto eco, collegati in streaming, il senatore M5S, Giuseppe Pisani: “sono un medico, ad oggi investito della carica di senatore. Per tali motivi rappresento il popolo, comprese le vittime dell’amianto, e mi batterò al loro fianco affinché ci sia giustizia e riconoscimento dei loro diritti, con applicazione del dettato normativo in ossequio alla tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente di lavoro in tutte le sue forme”, Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) che, nell’esprimere la sua vicinanza agli operai siciliani ha poi dichiarato: “la vicenda che riguarda i lavoratori dell’amianto rappresenta una beffa inaccettabile davanti alla quale non si può restare indifferenti. Hanno subito un doppio danno, il primo è quello di aver lavorato in condizioni dannose per la loro salute, che in molti casi hanno prodotto l’insorgere di gravi malattie, il secondo danno è che lo stato non riconosce i loro diritti. A tutto questo si aggiunge l’INPS che spende risorse per ricorrere in appello contro una sentenza già vinta dai lavoratori in primo grado. Confido in un intervento risolutivo della Ministra Nunzia Catalfo che so sensibile a questo problema. Serve una soluzione definitiva che restituisca dignità e fiducia ai cittadini coinvolti in particolar modo in un momento così drammatico per l’intero paese”, e Patrizio La Pietra (Fratelli D’Italia) che ha ribadito quanto dichiarato da Cinzia Pellegrino (Coordinatore Nazionale del Dipartimento tutela Vittime): “Fratelli d’Italia porterà una interpellanza in Parlamento per chiedere l’immediata bonifica del territorio e risposte per i lavoratori dello stabilimento delle Industrie Meccaniche Siciliane, vittime dell’amianto che, a causa di una sentenza di dubbio gusto, rischiano la revoca della liquidazione della pensione di anzianità”. Fausto Raciti (PD) ha poi sottolineato come: “per quanti passi in avanti si siano fatti negli anni, il problema dell’amianto in Italia è ancora largamente irrisolto, con alcuni casi gravi che riguardano i diritti dei lavoratori a rischio perché impiegati nella filiera”.
Il Sindaco Priolo Gargallo, Pippo Gianni ha denunciato: “purtroppo siamo perdendo tempo prezioso, anni che costano la vita delle persone, lavoratori, che hanno investito il proprio lavoro per migliorare l’economia del Paese. Tutto ciò per l’inerzia del Ministro, che ancora ad oggi non adotta gli Atti di Indirizzo necessari, abbandonando i lavoratori e le loro famiglie ad un futuro infame e vergognoso in una netta violazione al fondamentale diritto alla salute consacrato nell’art. 32 della Carta Costituzionale”.
Calogero Vicario (coordinatore ONA Sicilia e operaio Industrie Meccaniche Siciliane) ha raccontato: “domani sono cento giorni di protesta davanti il comune di Priolo, e 103 che, per protesta, non faccio la barba. Credo che possano bastare a sensibilizzare il Ministro del Lavoro, l’unico che possa risolvere quanto subito ingiustamente dai lavoratori delle industrie meccaniche siciliane che invitiamo a venire in prima persona in Sicilia a verificare il luogo di lavoro dove hanno svolto attività per oltre 25 anni respirando ferro e amianto”.
Le fibre di amianto provocano il mesotelioma, quello della pleura, del pericardio, del peritoneo, e della tunica del testicolo, e ancora il tumore del polmone, della laringe e delle ovaie, e poi ancora quello della faringe, dello stomaco, del colon-retto, e l’asbestosi, placche e ispessimenti pleurici.
L’ONA da anni denuncia i ritardi nelle bonifiche, in Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali di amianto e contenenti amianto (33 in matrice compatta e 7 friabile), in un milione di siti, di cui 50.000 quelli industriali, e 40 di interesse nazionale, di cui 10 solo per amianto (Fibronit di Broni e di Bari, Eternit di Casale Monferrato, etc.). Sono state censite 2400 scuole (stima per difetto di ONA nel 2012 – dato confermato dal Censis nel 2014), con esposizione alla fibra killer di almeno 352.000 alunni e 50.000 tra docenti e non docenti; 1000 biblioteche ed edifici culturali (stima ancora per difetto); 250 ospedali (ancora stima per difetto); 300.000 km di tubature, che diventano 500.000 compresi gli allacciamenti, che contengono materiali in amianto.
La mappa del rischio in Italia è in proporzione ai livelli di contaminazione dei luoghi di lavoro, e il richiamo alle sole norme del decreto 81/2008, non è sufficiente, occorre la bonifica, tanto più per il fatto che non vi è una soglia al di sotto della quale il rischio si annulla (direttive n. 477/83/CEE -quarto considerando- e n. 148/2009/CE -undicesimo considerando-), e per il mesotelioma anche dosi poco elevate possono essere fatali. La strage è proseguita nel 2019, i dati aggiornati: Mesotelioma, 1900 decessi; Asbestosi, 600 decessi; Tumori polmonari, 3.600 decessi.