“Caro direttore, è forte il dubbio che la durezza delle polemiche che contrappongono la maggioranza di governo all’opposizione deriva in primo luogo dalla contemporanea inadeguatezza di entrambi. Cominciamo dal governo per ciò che riguarda il presente e il futuro (sul passato ovviamente il discorso sarebbe molto lungo): non si capisce la testardaggine di voler partire con l’apertura delle scuole il 14 settembre quando nulla è pronto, dalle aule, ai banchi, alla sicurezza di professori e di studenti (disponibilità delle mascherine, controlli sierologici e della temperatura corporea). A rendere ancora più complicata la situazione c’è l’interposizione del 20-21 settembre con il referendum e le elezioni regionali, per cui le aule dovranno essere sanificate due volte. Inoltre, è sacrosanta la richiesta che le Regioni dell’accertamento della temperatura dei ragazzi venga fatto a scuola. Allora perché non si decide di effettuare l’apertura delle scuole all’ultima settimana di settembre? L’aumento dei contagi, però, è un avvertimento sia per il governo, sia per le opposizioni, sia per alcune categorie: i presidenti delle associazioni di calcio sostengono la riapertura degli stadi, ma hanno messo in evidenza di non saper tutelare neanche la sicurezza della loro assemblea. Qui veniamo all’opposizione. Che alcune Regioni di centro-destra, come la Sardegna e la Lombardia, sono state in prima linea nella folle richiesta della riapertura delle discoteche è indubbio, mentre invece va dato atto a Iole Santelli di aver bloccato tutto tempestivamente salvando la sua Regione. Ma qui veniamo al nodo costituito dall’atteggiamento che una parte dell’opposizione (non della Meloni) caratterizzato da un superficiale ottimismo e da un’esplicita sottovalutazione delle misure da tenere ancora ferme, come le mascherine e il distanziamento. Salvini è stato in prima linea nella contestazione delle mascherine (vedi la riunione al Senato), il prof. Zangrillo a fine maggio ha proclamato che il virus era «clinicamente finito» (ma è stato smentito da tutti i punti di vista dal suo paziente Berlusconi), Daniela Santanchè e Flavio Briatore hanno esaltato il ruolo delle discoteche con gli esiti che si sono visti. Non bisogna infatti mai dimenticare che il virus non perdona chi lo sottovaluta, anche se è un potente, un ricco o un grande atleta (vedi Bolsonaro, Johnson, Djokovic, De Laurentis). In questo quadro vanno anche considerati drammatici rapporti fra la Sardegna e la Regione Lazio. Su una cosa aveva ragione Solinas: che gli arrivi nella sua Regione dovevano essere sottoposti a controlli. Su due cose ha invece avuto torto marcio: il via libera senza controlli alle discoteche e il rifiuto di fare un’intesa con la Regione Lazio per i controlli in partenza e in arrivo”.
“Il risultato complessivo di tutto ciò è stato molto negativo per entrambe le Regioni. Ciò detto, però, la Regione Lazio (e come vedremo il Comune di Roma) ci sta mettendo del suo. Ci sembra demenziale che la Regione Lazio da un lato apre le scuole il 14 settembre, dall’altro lato però dà facoltà ai singoli istituti di fare eccezioni: è la preparazione del caos. In secondo luogo, visto che la lezione proveniente dalla Regione Veneto rende decisiva la moltiplicazione dell’uso dei tamponi non si capisce perché la Regione Lazio, con tutti i controlli possibili, non consente ai laboratori di analisi privati di fare tamponi a chi lo chieda, così come alle farmacie di fare i controlli sierologici (ma su questa seconda questione è in atto un confronto). Esistono persone in preda all’angoscia che non riescono a fare i tamponi perché il meccanismo regionale non gli dà affatto questa possibilità. Non si risponda con la demagogia da rifondazione comunista, perché già oggi i cosiddetti ricchi sono in grado di fare i tamponi quando vogliono: basta pensare a tutti il complesso delle squadre di calcio, ai singoli calciatori, agli attori. Due ultime questioni che riguardano il Comune di Roma: il sindaco Raggi ha ripristinato il controllo ZTL in una situazione nella quale alberghi, ristoranti, negozi del centro sono alla canna del gas. Inoltre, numerosi ristoranti lamentano un atteggiamento fiscale da parte del Comune e dei singoli Municipi nella delimitazione del territorio nel quale collocare i tavolini all’esterno dei locali, Dio ci scampi dalla idiozia burocratica”. Così al quotidiano Il Tempo Fabrizio Cicchitto, Presidente di Riformismo e Libertà.
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