
“E’ normale che all’inizio di una carriera ci sia un periodo di “prova” prima della stabilizzazione – continua Fioramonti – , ma non è assolutamente accettabile che i nostri ricercatori restino precari per anni, a volte per oltre un decennio (senza contare le implicazioni che questo ha sulla loro vita personale) “.
“Nonostante le condizioni di totale incertezza e investimenti largamente al di sotto della media europea, i nostri scienziati sono tra i più produttivi, secondo tutte le statistiche internazionali. È arrivato il momento di valorizzarli adeguatamente, anche per fermare l’emorragia ormai endemica di conoscenza e di talento verso l’estero, e investire così sul futuro del nostro Paese”.
“Non possiamo continuare ad alimentare un sistema a corrente alternata in un settore tanto vitale come quello della ricerca – conclude infine l’ex Ministro- che necessita invece di corrente continua. La ricerca non può arrestarsi per esser ripresa poi quando verranno previste risorse, ciò lede fortemente la sua efficacia e la salute del nostro Paese. Per questo è necessario che il Governo non perda questa partita, e che gli enti di ricerca diano piena attuazione alla Legge Madia, che mai come in questo momento, in seguito all’emergenza da COVID-19, necessita di essere vinta per la ricerca a riprova della sua importanza”.