“Peccato aspettare fino maggio per l’esame delle petizioni al Parlamento europeo sulla crisi, tra le quali quella depositata il 24 marzo 2020 sulla gestione del Covid19, e delle crisi sociali, economiche e ambientali, firmata da oltre 6,500 cittadini tra cui il Premio Nobel Richard Roberts, l’ex Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, e diversi rappresentanti delle principali organizzazioni della societá civile europea – dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore di Eumans.
“Avremmo preferito una procedura d’urgenza, ma il fatto che la partecipazione civica europea prosegua è comunque segnale importante che va nella direzione di una gestione trasparente, efficace e democratica della crisi in corso e, soprattutto (visti i tempi non immediati della trattazione) del processo di ricostruzione e di riforma istituzionale per la prevenzione di crisi future. Ci congratuliamo per questo con il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e con i Capigruppo per la decisione di integrare il programma delle sedute e prevedere una sessione straordinaria per il mese di aprile.
Nella petizione ribattezzata “Eu Can Do It! presentata da Eumans e Ass.Luca Coscioni (https://www.associazionelucacoscioni.it/appelli/petizione-al-parlamento-europeo-eu-can-do-it/) viene chiesto all’Unione Europea di mettere in atto alcune misure urgenti per affrontare la crisi in corso. Tra queste è compreso il monitoraggio dello Stato di diritto durante l’emergenza e il rilancio delle riforme economiche e istituzionali necessarie per affrontare le sfide globali scatenate dalla pandemia. Oltre al Nobel e all’ex ministro è condivisa anche da dai rappresentanti di importanti organizzazioni della società civile europea.
“La sessione di aprile – aggiunge Cappato – rappresenterà l’occasione per un vero pubblico dibattito sulla crisi in corso, che aiuterà anche i Governi europei -che invece si riuniscono a porte chiuse e senza verbalizzazione- a tenere conto non solo degli interessi nazionali, ma anche degli interessi comuni del popolo europeo. La notizia è anche un’ottima prima risposta -con i fatti, non a parole- al metodo seguito dal Presidente Orbàn nell’annientare il Parlamento ungherese. Ci auguriamo che ora anche la Commissione europea e il Consiglio passino ai fatti, attivando le procedure per la sospensione dell’Ungheria se la misura ungherese non sarà urgentemente revocata e sospendendo ad effetto immediato i finanziamenti al Governo Orbàn”.