L’Italia è un grande Paese industriale, il secondo in Europa per valore aggiunto manifatturiero e uno tra i principali al mondo. Le imprese industriali italiane rappresentano il motore del cambiamento e dello sviluppo economico, con la loro capacità di produrre innovazione, di stimolare il nostro export, di alimentare l’indotto e le attività dei servizi, contribuire alla creazione di occupazione e ricchezza, alla stabilità economico-finanziaria e alla coesione sociale.
Tuttavia la pandemia, causata da una gestione superficiale dei primi contagi, rende urgente (indefettibile) la revisione dell’impianto fiscale e tributaria. Siamo un Paese nel quale si ha l’impressione che da un determinato punto in poi la felice spirale di progresso tecnico (sostitutivo del lavoro umano) –creazione di nuove possibilità di lavoro – ulteriore progresso tecnico e così via non funzioni più. Le società del lavoro (per dirla con Hannah Arendt) non hanno più lavoro. Che fare? I partiti del consenso hanno una sola ricetta: maggiore crescita economica. Oppure: l’affermazione della componente sociale dei diritti civili richiede misure di politica sociale di ogni genere. Occorrono sistemi pensionistici, oppure istituti come la Cassa per il Mezzogiorno, Alitalia e simili. “Ma poiché occorre finanziarli sono necessarie tasse più alte… Gli uomini vengono impersonalmente tenuti al guinzaglio da potenti burocrati e in pari tempo mediante tasse della loro libertà decisionale” (Ralf Dahrendorf, La Libertà che Cambia, Londra 1978, Trad. it. Economica Laterza, 1994, p. 84)”.
“Abbiamo cioè bisogno con urgenza di avere una tassa unica del 15% (Flat tax) o quantomeno di una zona economica speciale per la Lombardia per permettere al Paese di ripartire, per scongiurare eventuali suicidi di imprenditori falliti o professionisti che devono chiudere, con buona pace di qualche anchorman, le cui riflessioni sul dovere collettivo di pagare le imposte (recentemente riprese da Papa Francesco) dovrebbero portare a ridurre almeno della metà il suo lauto compenso.” Dicono l’avvocato Giampaolo Giorgio Berni Ferretti (Responsabile Politico del Municipio 1 di Forza Italia a Milano e Vice Capogruppo di Forza Italia Municipio 1), Federico Benassati (Vice Capogruppo Forza Italia Municipio 1) e Mattia Pozzi (consigliere di Forza Italia Municipio 1)