Il Governo avrà il suo bravo voto della parte più rissosa del Parlamento. Dovrebbe essere il “voto di fiducia”. Ma sarà voto di conclamata sfiducia.
Un modo, una forma speciale di interventi avrebbero dovuto farli le forze dell’Opposizione che, in considerazione di quello che è e sarà il comportamento della cosiddetta Maggioranza e, visto che tutto è relativo, non è poi così pacifico che possano legittimamente definirsi “di opposizione”. Al paragone lo sono assai meno di quelle che sono state e saranno cosiddette di sostegno al Governo.
La Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, avrebbero dovuto mettere su un ufficio di selezione dei discorsi, dichiarazioni, titoli di giornali, cosiddetti di parte governativa. Un’antologia di tutto il vituperio che gli “alleati” della c.d. maggioranza si sono scambiati nel breve arco di tempo del Conte Bis.
E leghisti, forzisti, non avrebbero dovuto far altro nel dibattito (si fa per dire) parlamentare, che ripetere puntualmente gli insulti, le critiche, le riserve che gli “alleati” si sono scambiati tra loro. Non faranno più a tempo a redigere la lunga litania. Ma non farebbero male a tener aggiornata una raccolta di quegli insulti più violenti, delle minacce più gravi. Farne un bel volume ben rilegato e mandarlo in omaggio a Mattarella. Il quale ritiene che la sua funzione mediatrice non sia tra Maggioranza ed Opposizione, tra i partiti c.d. di Governo e quelli di Opposizione, ma soprattutto nel sedare le loro risse tra i Ministri, le bagarre tra i loro partiti e il Governo.
Un nuovo modo di governare? Certo è cosa che lo si tira fuori spesso e con disinvoltura.
Ma il nuovo tipo è questo: si arriva ogni quindici giorni sull’orlo della crisi di Governo. Per poi fare una piroetta ed una poco elegante marcia indietro. E, questo è l’essenziale per rimanere incollati alle poltrone.
Il voto dunque, pare che ci sarà venerdì o sabato, voto del Parlamento. Voto di sdifucia, di delusione. Di “tira a campà”.
Quanto andrà per le lunghe questa commedia? Abbiate pazienza. Ne vedrete ancora delle belle.
Mauro Mellini
19.02.2020