Colombo Clerici commenta l’indagine biennale del MISE e dell’Agenzia delle Entrate
Secondo l’indagine biennale del ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia delle Entrate (l’analisi si ferma al 2016), tre abitazioni su quattro sono occupate dalle famiglie a titolo di proprieta’. Un dato che può essere interpretato positivamente, ma sul quale il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici mostra motivate perplessità.
“Non e’ tutto oro quel che luccica” esordisce. “Sussistono alcune criticita’. Infatti le abitazione in proprieta’ ( a differenza di quelle in locazione )
– non producono gettito fiscale : ne’ Imu, ne’ imposte dirette o indirette;
– danno luogo in misura molto minore all’ indotto in quanto non si eseguono lavori di ammodernamento funzionale o estetico necessari per locare a terzi : rifacimenti di impianti ( es. elettrico), o di servizi, certificazioni energetiche, imbiancature, pulizie, rifacimenti estetici di sorta. Insomma si tratta di un patrimonio edilizio economicamente statico. Il turn over abitativo della locazione comporta viceversa spese di trasloco, di ammobiliamento, di adeguamento tecnologico, professionali e via dicendo;
– sono di impedimento ai processi di ristrutturazione economico-industriale del Paese, che richiederebbero una forte mobilita’ abitativa. Le case in proprieta’, ingessano viceversa tale mobilita’ ai fini non solo delle esigenze di lavoro, ma anche di studio e di famiglia;
– costituiscono un freno all’ammodernamento delle citta’. La gran massa dei condominii e’ di ostacolo alle operazioni di rigenerazione urbana, soprattutto ove si tratti di sostituzione edilizia;
– non parliamo degli effetti sul mercato immobiliare, in termini di incontro di domanda e offerta, oggi praticamente mancante per l’80 % del patrimonio abitativo nazionale.”
Colombo Clerici conclude: “Per tanti anni in Italia si e’ praticata una politica abitativa distorcente penalizzando in tutti i modi la locazione abitativa privata. L’ attuale situazione, che ci vede totalmente lontani dagli standard dei Paesi europei più evoluti, e’ la conseguenza di quella politica.”
E conclude: « Decenni e decenni di politica sfavorevole alla locazione privata ( ricordiamo i blocchi dei contratti i blocchi dei canoni, la legge dell’equo canone, i blocchi degli sfratti ) hanno prodotto dismissioni, frazionamenti e alla fine condominii, dove mettersi d’accordo sul da farsi e’ assai problematico.
In sintesi, la politica italiana ha sempre interpretato in modo distorto e distorcente il dettato del secondo comma dell’art. 47 della Costituzione: mettendo ostacoli sul cammino della locazione, invece di spianare la strada che porta all’acquisto in proprieta’»