Il sito di approfondimento Pro\Versi ha pubblicato un articolato spaccato del dibattito in corso intorno al tema dell’accoglienza degli immigrati. I flussi migratori verso l’Europa sono sempre più massicci e l’Italia, paese più prossimo alle coste nordafricane, risente profondamente del fenomeno, tanto da aver adottato soluzioni anche drastiche, come la chiusura dei porti. L’accoglienza porta con sé una serie di precondizioni e conseguenze, dalla necessità di collaborazione fra Stati per la redistribuzione dei migranti a quella di assicurare loro condizioni di vita dignitose. Tra pericolo criminalità, incremento dei costi per l’accoglienza, aumento della disoccupazione da un lato, e possibili benefici per la crescita demografica e per il sistema pensionistico del Paese dall’altro, il sostrato del dibattito continua a essere l’eterno conflitto tra dovere morale di accoglienza ed esigenze di difesa dei confini nazionali.
Per i favorevoli a un’accoglienza incondizionata, essa è conseguenza naturale di uno spirito d’umanità che non può mancare presso le genti di qualsiasi territorio. Gli sbarchi di persone bisognose d’aiuto non possono lasciarci insensibili.
Così come ritengono che la disoccupazione in Italia sia causata non dall’immigrazione, ma da politiche del lavoro inadeguate.
Inoltre, anche sotto il profilo economico, l’immigrazione non sarebbe penalizzante per il paese ospitante, in quanto porterebbe un aumento considerevole del PIL, favorendo sia l’economia del Paese ospitante – con benefici anche per il sistema pensionistico – sia quello di partenza.
Secondo i più critici verso un’accoglienza indiscriminata, bloccare i migranti nel loro paese d’origine è necessario per evitare che povere anime s’imbarchino e rischino la vita in mare. I migranti giungono in Italia con una falsa percezione della realtà: credono in un Paese ricco di offerte e di lavoro e benessere, ma in realtà la disoccupazione aumenta e si abbassano i salari, anche perché i migranti accettano condizioni degradanti, pur di lavorare. La povertà è una piaga presente in Italia e l’arrivo di un alto numero di migranti può condurre ad una vera e propria guerra tra poveri, che sarebbe deleteria per tutti e destabilizzante per il sistema.
Inoltre, l’immigrazione è un costo evidente per la nostra società già così in difficoltà, come si evince dai conti pubblici e dai tagli al welfare. Il detto “prima gli italiani” non ha matrici razziste ma è imposto dalla necessità.
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