Il periodico ProVersi.it propone un approfondimento sul dibattito nato del tema della commercializzazione della Cannabis light, animatosi particolarmente in seguito alla pronuncia del Consiglio Superiore di Sanità, nonché alle prese di posizione dell’ex ministro degli Interni Matteo Salvini.
La “cannabis light” è un prodotto formato dalle infiorescenze grezze di cannabis sativa, vendute in Italia a partire dal 2017 e ricavate dalla lavorazione di una varietà di canapa con bassi livelli di Thc (delta-9-tetraidrocannabinolo), che per legge nelle coltivazioni non può superare lo 0,6%. È presente, invece, in varie concentrazioni, il Cbd (cannabidiolo), altro cannabinoide della canapa, legale e con proprietà rilassanti.
Il fenomeno della cannabis light in Italia inizia nella primavera del 2017, quando un’azienda emiliana, la Easy Joint, inizia a commercializzare infiorescenze di canapa sativa con tenori di Thc consentiti dalla legge approvata nel 2016. Tuttavia, il mercato soffre sin dall’inizio di un vuoto normativo: dopo alcune sentenze contrastanti e un parere negativo del Consiglio Superiore di Sanità, il 31 maggio 2019 la Corte di Cassazione, chiamata a far luce sulla questione, ha emesso una pesante, anche se piuttosto ambigua, sentenza che potrebbe avere effetti negativi sul nuovo mercato.
Per i favorevoli, la commercializzazione dei fiori di cannabis light che rispettano i limiti di Thc è compatibile con la legge sulla canapa approvata nel 2016. Inoltre, il settore, in costante crescita, e gli imprenditori andrebbero salvaguardati dall’attuale vuoto normativo.
Matteo Salvini, leader della Lega ed ex ministro degli Interni, ha invece dichiarato guerra ai grow shop, i negozi che vendono i derivati della cannabis e altri articoli del settore, sollecitando la direttiva sui controlli del 9 maggio 2019 e intervenendo più volte pubblicamente sulla questione.
Secondo il parere del Consiglio Superiore di Sanità, la pericolosità della sostanza non può essere esclusa e la legge sulla canapa del 2016 non contempla produzione e vendita di infiorescenze.
Nonostante il parere del Consiglio Superiore di Sanità di cui è membro, Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologici, si è esposto pubblicamente affermando la sua contrarietà alla chiusura dei negozi che commercializzano cannabis light. Inoltre, nel novembre 2017, l’Oms ha pubblicato uno studio sul Cbd, il principale cannabinoide contenuto nella cannabis light, nel quale si afferma che il Cbd è innocuo e non assuefacente per l’uomo.
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