La complessa e pericolosa crisi di questo agosto appena trascorso, con la caduta del primo governo Conte e la formazione di un nuovo esecutivo si avvia verso la sua conclusione.
Scampato pericolo?
La stragrande maggioranza di noi italiani ancora non abbiamo le idee ben chiare su quel che è successo, poiché non è per niente facile capire se il gesto inconsulto del “politico” sia stato determinato dalle sue ambizioni di aspirante déspota o da un elevatissimo tasso alcoolemico.
Sta di fatto, che per i capricci del “folle” 60 milioni di italiani hanno vissuto, e a caro prezzo, un’estate tra le più tormentate e inquietanti che si ricordino.
Dal nostro punto di vista quella che fino a un mese fa è stata l’inarrestabile ascesa e conquista del potere da parte del “barbaro” ha una sola e semplice causa: la sovraesposizione mediatica da esso goduta nel defunto governo gialloverde. Ovvero, quel circolo vizioso e truffaldino finalizzato a confondere artatamente il consenso politico degli elettori, fatto di battibecchi politici precomposti, diffusione di sondaggi taroccati, e manomesse evidenziazioni elettorali. Al fine di garantire, a chi “vince” le elezioni, di spadroneggiare in lungo e in largo sulle macerie di una repubblica depredata all’inverosimile grazie a quella spartizione del potere ampiamente sovradimensionata rispetto al reale consenso affidato ai partiti-padroni dall’elettorato sovrano.
Ed ecco che, nel consueto e soporifero dibattito politico di mezza estate, il corto circuito provocato dal “guerrigliero” ha fortunatamente acceso anche la reazione che la maggioranza degli italiani si aspettava. Facendo sì che chi di competenza intravedesse, nell’azzardata manovra, il più serio e grave pericolo per la nostra democrazia.
A molti costituzionalisti, politologi, e a tantissimi commentatori politici e liberi e onesti giornalisti è finalmente balzato alla mente, a quel punto, di tirare fuori dalle maniche del dibattito politico gli ultimi assi, costituiti da quei 30 e rotti milioni di elettori invisibili e perennemente senza voce, quali siamo noi che rigorosamente siamo tenuti a debita distanza da ogni postazione o meandro del potere.
Noi astensionisti, ovvero tutti quelli che non esprimendo delega utile per nessun partito o candidato siamo costretti ad osservare e subire nel più assoluto silenzio l’evolversi degli eventi, ma che al momento opportuno risultiamo fondamentali per controbilanciare le tentazioni antidemocratiche di aspiranti tiranni.
Siamo appunto serviti, per questa occasione, per far repentinamente capire all’opinione pubblica che il vantato 40% dei consensi del folle non era affatto veritiero, e che “guai” se avesse avuto ulteriore campo libero per i suoi loschi, criminali e oscuri intendimenti.
Un classico esempio del valore intrinseco spettante “solo” al popolo sovrano, pur se applicato in maniera rocambolesca e tardiva rispetto ai fondamentali principi di una efficace ed efficiente democrazia partecipativa.
Che è tutt’altro pianeta rispetto ai centomila esercenti della cosiddetta “democrazia diretta”!
E a fronte degli esiti di questo scampato pericolo vissuto, il Movimento Astensionista Politico Italiano non può esimersi dall’esprimere la sua più profonda vicinanza al Presidente della Repubblica per la lucidità, la determinazione e il sangue freddo dimostrati nel corso della crisi, salvaguardando i principi fondamentali della nostra Costituzione e la conseguente libertà del Popolo italiano.
A Sergio Mattarella e a tutti coloro che giorno e notte si sono prodigati per evitare una catastrofe dagli esiti imprevedibili va la nostra più sentita e sincera gratitudine.
Il nostro auspicio è che questa ulteriore, brutta pagina per la nostra malata e malandata democrazia possa costituire un monito affinchè altri coltivatori di idee malsane possano in futuro essere, sul nascere, arginati.
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