Questo il titolo del post di Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook. Un post di successo, posto che di far girare fa girare, e non poco, a chiunque sia in grado di collegare due neuroni e chiedersi cosa ha fatto finora il ministro, oltre ovviamente alla quantità industriale di post, selfie e tweet. Il ministro anti-immigrazione, quello che con il suo partito ha disertato ogni incontro europeo per modificare il Patto di Dublino, dal quale dipende l’accoglienza di tutti i migranti che sbarcano in Italia, pur di recuperare qualcuno dei voti che sta perdendo torna al suo cavallo di battaglia: l’invasione degli immigrati!
Vantata la riduzione del 90% degli sbarchi (iniziata già ai tempi di Minniti e fisiologicamente continuata con questo governo) che pare aver fermato a colpi di tweet per oltre un anno, ricomincia la sua social-guerra dalla Open Arms, la nave della Ong catalana, che dopo il pronunciamento del Tribunale dei Minori che ha definito illegale trattenere i minori a bordo, ha ottenuto l’accoglimento del ricorso da parte de Tar del Lazio che ha sospeso il divieto del suo ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini.
Premesso che nell’ottica della sicurezza nazionale rappresentano un minor pericolo gli immigrati che approdano in un porto, che vengono fotosegnalati e ai quali si prendono le impronte digitali, che non le centinaia che arrivano con gli sbarchi fantasma, dei quali non sappiamo nulla e che fanno perdere immediatamente le loro tracce (evidentemente non fanno la stessa audience delle Ong, visto che il ministro non pare preoccuparsene) non rimane che prendere atto di come Salvini sconosca, o faccia finta di sconoscere, le leggi in materia, da quelle nazionali ai trattati internazionali ai quali l’Italia ha aderito.
Infatti, nell’ottica propaganda-migranti, come si trattasse di un discorso tra avventori del bar, il ministro non ha trovato nulla di meglio da fare che contestare la decisione del Tar ed emettere un altro provvedimento di divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, che se fosse stato controfirmato dai ministri Trenta e Toninelli avrebbe portato a un nuovo pronunciamento identico al primo.
Esclusi gli sbarchi fantasma che proseguono giorno dopo giorno, quanti altri sbarchi ha fermato Salvini che ritenendosi al di sopra delle leggi pensa di poter far valere le sue ragioni a colpi di tweet? Nessuno! Dunque perché continua? Semplice, in un linguaggio terra terra, ovvero comprensibile al popolo, si tratta soltanto di fumo negli occhi.
La social-propaganda, che finora ha comunque consentito a Salvini di aumentare il proprio consenso, comincia a far acqua, tant’è che – nonostante molti media e supporter facciano finta di nulla evitando accuratamente di darne notizia – non c’è più un posto dove il ministro si rechi senza che centinaia di persone manifestino il loro dissenso. Difficile oggi far togliere uno striscione di protesta (garbata e senza alcun insulto) esposto in un balcone privato, quando centinaia di persone espongono striscioni e cartelli utilizzando un linguaggio che il ministro ben conosce, essendo lui il primo, dimenticando il suo ruolo, a ricorrere a insulti e offese degne del più infimo postribolo.
“Le proposte le raccolgo, prendo e rilancio. Noi ci siamo… noi ci siamo… Missione accettata… sfida accettata… Se voi siete pronti noi siamo pronti…” – così il ministro al senato, quasi fosse uno dei quiz televisivi ai quali partecipava anni addietro. “Se voi ci siete, io ci sono. Se voi ci siete, noi ci siamo”, è il mantra social del selfie-man che della propaganda ha fatto il suo cavallo di battaglia. Un cavallo zoppo se soltanto gli italiani andassero a verificare quanto fattivamente ha realizzato Salvini. Quasi nulla! Un paio di leggi sulle quali aleggiano tanti dubbi, di cui l’ultima in palese violazione delle leggi internazionali e forse anche della Costituzione italiana.
A Salvini, dopo l’ennesimo attacco mirato a raccattar qualche voto, risponde il presidente del Consiglio Giuseppe Conte:
“Gentile Ministro dell’Interno, caro Matteo,
ti scrivo questa lettera aperta perché il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d’ufficio tra la Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e allora tanto vale renderla pubblica all’origine, per migliore trasparenza anche nei confronti dei cittadini.
Ti ho scritto ier l’altro una comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, “nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell’imbarcazione”.
Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa.
È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare.
Come ho sempre pubblicamente rappresentato, il tema dell’immigrazione è un tema complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno 2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali.
Da subito ho elaborato una piattaforma politica fondata su sei premesse e dieci obiettivi, in modo da inserire tutte le singole iniziative in questa prospettiva strategica, sempre costantemente ispirata alla tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, della dignità della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali, sovente compromessi nella gestione del fenomeno migratorio.
Ho personalmente contribuito a perseguire questo nuovo indirizzo politico, di maggiore rigore rispetto al passato, al fine di contrastare più efficacemente l’immigrazione illegale e la moderna e disumana “tratta dei disperati”, alimentata dalle organizzazioni criminali.
Ho viaggiato in lungo e in largo in Africa e nel Medio Oriente per incrementare la cooperazione nei Paesi di origine e nei Paesi di transito, dove si concentrano le rotte dei migranti.
Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero, per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione.
Mi batterò sino all’ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano abbandonati a se stessi.
Pur in attesa che si attui questo meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali.
Questo è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. La nuova Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere questa strada e a darci una mano risolutiva.
In definitiva, se davvero vogliamo proteggere i nostri “interessi nazionali”, non possiamo limitarci a esibire posizioni di assoluta intransigenza. Abbiamo chilometri di coste e siamo a una manciata di ore di navigazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Da ultimo tu stesso hai constatato come è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi clandestini.
Non possiamo agire da soli. Dobbiamo continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto Tu, di recente a Helsinki. E’ questa la direzione giusta.
E poi non oscuriamo quello che abbiamo fatto di buono. Se mai rammarichiamoci per quello che ci riproponevamo di ottenere e ancora non abbiamo ottenuto.
Un ultimo aggiornamento sulla vicenda Open Arms.
Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano.
Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo.
La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare “slabbrature istituzionali”, che a tratti sono diventati veri e propri “strappi istituzionali”.
Per queste ragioni mi sono ritrovato costretto a intervenire varie volte – l’ho fatto perlopiù riservatamente – non per l’ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la necessità di rivendicare l’applicazione del principio di “leale collaborazione”, che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche.
Il consenso politico a cui ogni leader politico aspira si nutre della fiducia degli elettori. Ma se non alimentiamo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un cortocircuito e alla fine prevalgono rabbia e disaffezione. Dobbiamo tutti operare per riconoscere piena dignità alle istituzioni che rappresentiamo, nel segno della leale collaborazione.
Hai alle spalle e davanti una lunga carriera politica. Molti l’associano al potere. Io l’associo a una enorme responsabilità.”
Mentre Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo hanno comunicato al premier di essere disponibili a redistribuire i migranti, quanti selfie in spiaggia ha fatto il ministro balneare?
Continui pure a fare girare – ovviamente i Suoi post, che a tutto il resto ci penserà l’aumento Iva e tutte le altre conseguenze di questa crisi di governo, voluta per ragioni che Lei ben conosce e delle quali gli italiani sembra comincino a rendersi conto.
Buon ferragosto
Gian J. Morici