Giorno 5 giugno 2019, l’Assemblea regionale siciliana si è riunita per approvare la legge regionale sul diritto allo studio.
Sicuramente questo rappresenta per tutti noi un passo avanti dopo anni di lotta e rivendicazioni nelle piazze, nelle scuole e negli organi appositi. «Questo traguardo raggiunto dagli studenti e le studentesse non significa che ci fermeremo qua» dichiara Daniela Lombardo, esecutivo regionale Rete degli studenti Medi Sicilia, «Non siamo ancora soddisfatti e non lo saremo fin quando non verranno stanziati i finanziamenti e ci sarà un copertura finanziaria per l’edilizia scolastica, o trasporti e tutti i problemi che gli studenti e le studentesse siciliane vivono da anni.»
Anche sul piano dell’università, nonostante il fatto che esisteva gianna legge regionale sul diritto allo studio universitario, l’approvazione dì questa legge rappresenta un passo avanti. «La nostra valutazione rispetto alla legge non può che essere in positivo, anche se la sua reale efficacia resta ancora legata al tema dei fondi necessari per la sua reale applicazione, da come verranno reperiti ed utilizzati.» dichiara Marco Campagna, coordinatore dell’unione degli universitari Palermo.
«L’unica pecca a nostro avviso è l’introduzione del sistema dei prestiti d’onore che oggi rischia di essere un investimento che va a sostituire ulteriori sistemi di finanziamento diretto per il diritto allo studio, che potrebbero essere più efficaci nella missione di migliorare le condizioni degli studenti.»
Anche L’Flc CGIL, che è stata al nostro fianco in questi anni di rivendicazione dichiara «le risorse economiche -precisa Graziamaria Pistorino, segretaria generale della FLC CGIL Sicilia – sono indispensabili per la piena applicazione della legge e la fruizione del diritto all’istruzione. Il paradosso è che proprio in questi giorni, a causa delle carenze strutturali, di mense scolastiche e locali idonei, la Sicilia è costretta a restituire al Miur ben 96 posti dei 262 stanziati per il potenziamento del tempo pieno»
Le nostre piazze e le nostre rivendicazioni non cesseranno fin quando non avverrà un vero cambio radicale nel mondo della scuola e dell’università.