Dopo la strana intimazione di Conte, Salvini dapprima ha detto che di qui a quindici giorni si sarebbe visto se quelli dalla “Casaleggio S.r.l.” avrebbero smesso di dire no a tutte le bellissime cose che lui è pronto a fare. Poi ha detto che il governo va avanti. Mentre Di Maio sembra preso da una sindrome depressiva, Salvini sembra non aver più nemmeno bisogno di mordere ed abbaiare a destra ed a sinistra.
Può darsi che dica la verità e che sia realmente intenzionato ad assicurare vita lunga a questo governo, cioè al Conte bis o Conte-Salvini che starebbe sostituendosi al Conte-Di Maio.
In realtà ci sono molti dati di fatto che fanno temere che questa baracca, mutando così vertice e gestione, non sarebbe troppa diversa e migliore di quella andata in fumo il 26 maggio.
Vediamo un po’.
Se questo governo cosiddetto gialloverde si sfasciasse definitivamente, Salvini non avrebbe difficoltà a trovarsi un nuovo partner. Ma difficilmente ne troverebbe uno così adatto a raccogliere e rappresentare un parafulmine per tutte le sciagure alle quali inevitabilmente o, magari, in conseguenza delle sue cavolate il Paese andrà incontro nei prossimi mesi ed anni. A cominciare dagli effetti di quanto seminato dal giugno 2018 in poi. Nessun diverso partner potrebbe rappresentare una riserva di voti cui attingere per far crescere ancora le dimensioni della Lega.
E nessun partner, benchè più flessibile di quello attuale, potrebbe opporglisi con argomenti meno efficaci e credibili.
Ma alla convenienza di Salvini ad “accontentarsi”, si aggiunge la convenienza della “Casaleggio S.r.l.” di evitare che nuove elezioni, con una riduzione almeno alla metà degli eletti nelle liste 5 Stelle o, magari, con un salasso ancora maggiore, comporterebbe per le casse della società padrona del Movimento. Un disastro economico se non un vero e proprio fallimento dell’”affare politico”.
Un governo Conte-Salvini sarebbe assai probabilmente migliore di quello Conte-Di Maio.
Ma, a parte il fatto che la base parlamentare, senza la formale caduta del governo attuale e le conseguenti elezioni anticipate, non sarebbe diversa, è certo che, anche solo per soddisfare i bisogni psicoterapeutici del popolo dei navigatori dei computer e degli “Amici del Bar dello Sport” che continuerebbero a far capo alla macchina della “Casaleggio S.r.l.”, il governo Salvini (cioè Conte-Salvini) non potrebbe che essere il migliore e la stessa Lega con altra formula non potrebbe esprimerne uno troppo diverso o migliore da quello che ci ha deliziato in questo anno sciagurato.
Ed allora la prospettiva di un governo Conte-Salvini non è da augurarcela.
L’urgenza del riunire forze politiche, sociali e culturali che ci sono nel Paese, così da sostituire la formuletta oramai obsoleta ed un po’ ridicola di Forza Italia, è evidente.
Chiunque voglia, invece, giuocare la carta di affidarsi completamente al cavallo vincente del momento ed alla speranza di un suo addomesticarsi e raffinarsi, sbaglia di grosso. Forse Salvini, del resto, vuole evitare le elezioni anticipate proprio perché c’è per lui il rischio che esse siano l’occasione per la nascita di un tale partito politico che, anche se non gli dovesse sottrarre molti voti nell’immediato, porrebbe in prospettiva un argine a troppi ambiziosi suoi progetti.
Non è il mio mestiere quello di fare progetti e manovre sulla carta.
Se dico queste cose è, forse, per qualcosa che assomiglia alla scaramanzia più che alla speranza. Ma tacere mi costerebbe di più.
Mauro Mellini