La presentazione del libro ad Agrigento, il 21 maggio, alle ore 18:00, al Circolo Empedocleo. Il 23 maggio a Palermo, sempre alle ore 18:00, presso la Mondadori di via Villareale.
Il libro, in distribuzione dal 18 aprile anche attraverso delle piattaforme on line, narra le vicende relative all’esperienza personale dell’autore (risarcito quale parte civile il 10 maggio scorso) riguardante la pesante intromissione della lobby di Confindustria Sicilia, allorquando ha denunciato all’opinione pubblica, a varie Autority nazionali di controllo ed agli uffici giudiziari la scandalosa gestione in Sicilia del ciclo dell’acqua e di quello dei rifiuti e tanti altri scandali attinenti il sistema di potere affaristico-mafioso che ha soffocato in modo particolare la Sicilia, per oltre un decennio.
“Anche la Mafia dell’Antimafia e, quindi, la mafia del ‘Terzo Livello’, la mafia di Sicindustria – si legge nella prefazione a firma dell’Avv. Mauro Mellini – conosceva (speriamo che sia giusto usare il verbo al passato) la ‘condanna a morte’. Certo, non a lupara, con le bombe e i mitra. Ma anche non immaginaria, né provata solo da una frase, da un’imprecazione di un ergastolano in gabbia (al ‘41 bis’). La ‘condanna’ decretata da Montante nei confronti di Salvatore Petrotto…”
Una ricostruzione che calendarizza in successione temporale le esperienze personali dell’autore, correlate alla storia di Confindustria Sicilia, rappresentata dall’ex presidente Antonello Montante, recentemente condannato a 14 anni di reclusione.
I fatti, riferiti alle vicende personali e agli atti giudiziari del cosiddetto “Sistema Montante”, sono esaustivamente raccontati offrendo una visione quanto più ampia possibile sugli aspetti affaristici e la complessa rete organizzata da Montante per venire a conoscenza di dettagli su indagini che lo riguardavano.
Una rete di spionaggio che vede coinvolti rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e politici che, con ruoli diversi, hanno preso parte a un’organizzazione criminale che per anni ha gestito il potere economico, politico, mafioso e antimafioso dell’isola, con la complicità di giornalisti asserviti e prezzolati, che in cambio si prestavano a creare dossieraggi e schizzar fango contro i nemici, veri o presunti, del loro dante causa, come obbedienti cagnolini sempre pronti a portar le ciabatte al padrone.