La Francia fa fatica ad assumere il proprio passato storico ma oggi, durante le commemorazioni della prima guerra mondiale, il Presidente Macron ha reso omaggio à Pétain.
Ha riconosciuto il fatto che durante la seconda guerra Pétain “ha fatto scelte funeste” ma ha reiterato i propri propositi dichiarando: “Non cancello nulla della nostra storia” ed ha spiegato che durante la prima guerra è stato un grande soldato.
Non è proprio momento di riabilitare un personaggio che si è macchiato della deportazione degli ebrei. Non è mai momento a dire il vero e mai lo sarà tuttavia stiamo vivendo un periodo in cui riappaiono slogan nostalgici. Un Presidente non può e non deve mettere paglia sul fuoco!
Pétain fu a capo del governo collaborazionista di Vichy dal 1940 al 1944, in seguito al Secondo armistizio di Compiègne.
Per anni la Francia ha negato di aver partecipato in qualche modo ai rastrellamenti ma da qualche tempo ha cominciato ad assumere la propria storia segnata anche da orrori come il “rastrellamento del Velodromo d’Hiv”. Il 16 luglio 1942, la polizia di Vichy, quindi di Pétain, lanciò la tristemente celebre retata con 13.000 arresti. Una traccia indelebile nella storia delle persecuzioni della seconda guerra.
I propositi del Presidente francese sono offensivi nei confronti della Storia con la “S” maiuscola. Ha ragione il Presidente del Crif, il Conseil représentatif des institutions juives de France, Francis Kalifat, che ha inviato il Tweet: “La sola cosa che intendo ricordare di Pétain è che nel 1945 fu accusato di indegnità nazionale cosa che lo rende ineleggibile a qualunque omaggio”. Pétain fu processato e condannato. Macron vuole riportarlo alla ribalta?
La polemica va crescendo. Non c’è nessuna scusa ai propositi tenuti oggi da Macron anche se il portavoce dell’Eliseo, Benjamin Griveaux, ha dichiarato che si tratta di una polemica inutile. Un altro schiaffo ai veri soldati della prima guerra ed a tutti i deportati della seconda.
Luisa Pace