La mattina del 25.10.2018, i Carabinieri della Stazione di Codevigo (PD), a conclusione di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Padova, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dott.ssa Domenica GAMBARDELLA, GIP del Tribunale di Padova, nei confronti di tre uomini di origini moldave: D.G., 40enne di Occhiobello (RO), K.R., 23enne di Carpi (MO) e B.I., 22enne di Felino (PR). Per i primi due è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei comuni di residenza mentre per il terzo la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Nel periodo compreso tra marzo e settembre 2017, gli indagati si sono resi responsabili di 72 reati di ricettazione, indebito utilizzo di carte di pagamento, furto e danneggiamento, commessi nelle province di Padova, Rovigo, Verona, Ferrara, Bologna, Parma, Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Brescia, Pavia e Genova.
Nello specifico, gli indagati, in possesso di conoscenze tecniche, installavano all’interno delle colonnine per il pagamento dei self-service delle aree di servizio, apparecchi elettronici artigianali, attraverso i quali captare illecitamente i pin e le bande magnetiche delle tessere carburanti che venivano inserite nelle colonnine.
Avuti tali dati, clonavano le tessere che venivano rivendute a persone senza scrupoli oppure utilizzate dagli stessi per prelevare carburante, poi rivenduto al prezzo di 0,70 centesimi al litro.
Nel periodo compreso tra marzo e settembre 2017, gli indagati si sono resi responsabili di 72 reati di ricettazione, indebito utilizzo di carte di pagamento, furto e danneggiamento, commessi nelle province di Padova, Rovigo, Verona, Ferrara, Bologna, Parma, Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Brescia, Pavia e Genova.
Nello specifico, gli indagati, in possesso di conoscenze tecniche, installavano all’interno delle colonnine per il pagamento dei self-service delle aree di servizio, apparecchi elettronici artigianali, attraverso i quali captare illecitamente i pin e le bande magnetiche delle tessere carburanti che venivano inserite nelle colonnine.
Avuti tali dati, clonavano le tessere che venivano rivendute a persone senza scrupoli oppure utilizzate dagli stessi per prelevare carburante, poi rivenduto al prezzo di 0,70 centesimi al litro.
