Sabato 13 ottobre, in Francia ci sono state 80 marce per il clima. 15.000 a Parigi, altrettanti a Lione hanno manifestato per sensibilizzare al riscaldamento climatico. Marsiglia, Strasburgo, Lille, Bordeaux…
Manifestazioni che si sono svolte in una giornata di ottobre in cui i gradi erano di 10 gradi al di sopra della media stagionale. Se molti media si sono lanciati nelle interviste ai felici bagnanti autunnali altri hanno rilanciato, troppo debolmente, la coscienza di molti terrestri che si sono accorti che siamo in pericolo.
Anche Oltremare, Guadalupa, La Riunione, la Nuova Caledonia, La Martinica… hanno manifestato. Svizzera, Lussemburgo e Canada dovrebbero allearsi ai cortei che vogliono salvare quella cosa sferica sulla quale viviamo.
Non ci sono stati vandalismi, ma si sono visti dei Panda armati di cartelli perché c’è chi si è reso conto che anche rispettando la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, risultato dell’accordo del 2015, alla fine del secolo richiamo di aumentare la temperatura di tre gradi con conseguenze climatiche catastrofiche.
La tanto denigrata ONU ha comunque pubblicato un rapporto di 400 pagine, ovviamente redatte da specialisti del clima, in cui viene sottolineato che non si può superare un aumento della temperatura che superi l’1,5C°.
La partecipazione si è organizzata attorno alla piattaforma “ilestencoretemps.fr” nata dopo la marcia per il clima dell’8 settembre scorso. Nel frattempo il Governo francese si è perso il Ministro dell’Ecologia Nicolas Hulot che, per fortuna conserva i suoi fan a dispetto delle distrazioni politiche mondiali nei confronti del clima.
Nel frattempo cosa succedeva in Italia? Tutti al mare?
Luisa Pace
Foto @AlexandrePuren