A Castelvetrano i romanzi di mafia ci fanno un baffo
Le vicende legate al rapporto tra mafia, politica e ed economia a Castelvetrano assumono davvero un significato speciale. Neanche la magistratura, quella più preparata e non politicizzata ,è riuscita a capire il complesso mondo degli affari legati a questo piccolo paese di provincia che con la mafia e i grandi soldi, hanno avuto sempre a che fare.
In tanti si sono arricchiti e hanno saputo nascondere i soldi alla Giustizia. Il periodo aureo va dagli anni 70 al 2008. Poi inizia la crisi
Negli anni, sopratutto in quelli dei soldi facili, un “comitato d’affari” davvero degno delle migliori scuole di economia londinesi e che hanno trovato forza, spesso, nell’inpunità
A tratti, questo Blog ha cercato di ricostruire pezzi di storia di questa città spesso dimenticati anche dagli investigatori. Strano appare ad esempio che il duro lavoro di due brigadieri dell’Arma sfociato in una dettagliata informativa sulla mafia castelvetranese e consegnato alla procura di Marsala agli inizi degli anni 90, sia finito archiviato.
Cosa conteneva quella relazione? Poteva parlare ad esempio dell’avvocato Gaspare Spallino “patron” dell’ EcolSicula che per anni ebbe il monopolio dei rifiuti urbani .Spallino, scomparso molti anni fa, ebbe tanto potere dentro il comune insieme ad altri imprenditori . Cugino di Nino Nastasi inteso papasè, nominato dopo le stragi di Palermo reggente capomafia di Castelvetrano in contrapposizione a Saverio Furnari inviato invece a Pianosa a prendere legnate, Spallino gestì anche con le amministrazioni comunali che susseguirono dal 1993 fino all’avvio di Belice Ambiente i suoi affari con il comune. La famiglia Spallino che finisce nei guai giudiziari agli inizi del 2011, conclude , di fatto il suo cammino imprenditoriale con la nascita degli Ato. L’azienda, dal 2003 in poì sente il colpo dell’assenza per malattia dell’avvocato .
La Belice Ambiente acquisterà molti mezzi dalla società dei Spallino(eredi di Gaspare e nipoti)
Altri rami d’azienda come quello dei rifiuti urbani, saranno acquistati da Pegaso Ambiente . Altri mezzi dall’Accardi Servizi di Campobello di Mazara. La Pegaso lavorerà con il comune di Castelvetrano per diversi anni
La Belice Ambiente farà lavorare ancora la famiglia Spallino che di fatto finirà in gravi difficoltà finanziare per i mancati pagamenti della società d’ambito. Intano Papasè era finito in carcere e condannato. Già nel 1996 Nastati finiva in carcere per mafia. Al comune tutti sapevano della relazione con l’Ecol Sicula che continuò la sua attività in regime di monopolio
Successivamente a questo periodo e con le società sull’orlo del fallimento, la famiglia Spallino conosce un sequestro da parte dei Carabinieri.
L’importanza di Nastasi come garante mafioso è da sottolineare . I Messina Denaro lo lasciano fare. E’ la conseguenza al “merito” di avere partecipato all’uccisione del Sindaco Vito Lipari e di avere dato aiuto alla famiglia mafiosa
Nino Nastasi di parentele famose ne ha molte. E’ anche cognato della famiglia degli imprenditori Drago . Ma come dice il detto: ” i parenti non si scelgono” gli affari si
Secondo alcune relazioni dei Carabinieri di molti anni fa ,uno dei tanti lottizzatori in direzione S. Ninfa dove i terreni si vendevano ad un costo 30 volte superiore a quello riservato ai poveri diavoli che invece costruivano abusivamente Triscina o in altri luoghi erano proprio, i Nastasi e i Drago . L’avvocato Spallino e Papasè avevano anche ottime relazioni con politici potenti e burocrati del comune che firmavano le delibere. Su queste lottizzazioni eseguite verso Santa Ninfa , la politica fece molto . Tutti avevano gli occhi puntati sulle speculazioni edilizie .
Spallino era “stretto” con l’ex deputato Enzo Leone che era anche amico del genero di don Ciccio Messina Denaro, Saro Allegra.
Allegra, divenne consigliere comunale e assessore in quota del PSI . In questo periodo storico Allegra genera società con diversi castelvetranesi impegnati anche in politica. Leone era potente politicamente anche per la sua alleanza con Pietro Pizzo di Marsala
Cosa legava il cognato di Matteo Messina Denaro, Rosario Allegra a Leone non è stato mai chiarito dalle indagini che sono state ” bloccate ” a Marsala.
Intanto, mentre la città veniva gestita da un comitato d’affari miliardario e molto bene organizzato , scorrazzava per Castelvetrano un “principe ereditario” che si chiama Matteo Messina Denaro . Il giovane mafioso tra un omicidio, una giocata a carte e qualche bella ragazza, organizzava riunioni mafiose con pezzi dello Stato a Castelvetrano .Obiettivo: far saltare in aria giudici e giornalisti.Era il 1991.
Testimoni di quel periodo che non hanno dimenticato, riferiscono che sul sellino posteriore della sua fiammante Kawasaki l’avv. Spallino che come detto era un imprenditore della “munnizza” ,si portava dietro spesso il giovane Matteo.
L’avvocato Spallino era un uomo molto astuto e abile. Era nelle grazie di politici e mafiosi. assicurava anche posti di lavoro .Giravano tanti soldi serviva altro
Un bel giorno a Castelvetrano, si fece una Banca. La chiamarono Cassa Rurale e Artigiana di Castelvetrano. L’aprirono nei locali di un vecchio biliardo e vicino al vespasiano di Piazza Garibaldi. Presidente , l’avvocato Spallino. Direttore, l’ex assessore socialista, Nino Cuttone , amico stretto di Enzo Leone. La Banca,( diventata “Toniolo” ) doveva fare anche delle assunzioni e con tanto di contratto.Il rispetto alla coerenza del periodo veniva assunto un cugino di sangue, del solito Matteo Messina Denaro, oggi scomparso. Venivano assunti anche figli “preparati” della borghesia “bene “di Castelvetrano . Figli di alcuni soci del circolo dei notabili . Figli di dirigenti e direttori che a chiacchiere ,erano contro la mafia e poi cercavano posti comodi per i figli. Per rispetto delle pari opportunità (o per uguale filone?) veniva assunto pure un parente stretto di chi occupa la più alta carica giudiziaria della zona ,figlio di un imprenditore legato a cooperative agricole finite in malora(vedi avanti). Così come venivano assunti altri rappresentanti del sottobosco mafioso castelvetranese e non è un caso, per esempio ,che tra questi, veniva addirittura assunto e poi radiato dalla Banca “socialista” Francesco Candela, figlio di Andrea supportato sempre dallo stesso Enzo Leone.
Spallino , non aveva soltanto così marcati collegamenti con l’alta mafia di Castelvetrano .Sapeva che per tenere gli equlibri occorreva avere protezioni dentro lo Stato. Spallino era legato bene anche nei palazzi di Giustizia . Era “spertu”.Sapeva equilibrare tutto .Un giorno, raccontano alcuni vecchi politici, Spallino stanco delle richieste di un assessore in auge negli anni 80 davanti al comune , prese la sua agenda da cui non si separava quasi mai e colpì in testa più volte questo assessore democristiano. erano i tempi in cui gli assessori firmavano i mandati di pagamento
Gaspare Spallino,essendo il nipote di un Giudice , addirittura dell’allora Presidente del Tribunale di Palermo, Giuseppe Palmeri si permetteva molte licenze. Sapeva fare e faceva :un colpo al cerchio e un altro alla botte. Un giro con Matteo sulla moto e un caffè con il Giudice
Anche Enzo Leone che non faceva giri con la moto era compare di un alto magistrato di Castelvetrano
Gli investigatori , allora, avevano provveduto ad inoltrare apposita denunzia di tutto questo alla Autorità Giudiziaria . Risultato? Tutto archiviato
Tanti soldi , tanta mafia e tutto nei cassetti: W la Giustizia!
Gli investigatori conoscevano bene Gaspare Spallino. Sapevano che era forte anche della potenza del fratello Nino Spallino, capo Ufficio Tecnico del Comune di Castelvetrano. I Carabinieri in una dettagliata informativa parlano del metodo spartitorio degli appalti al comune e del tavolino inventato e praticato da Angelo Siino. I potenti di Castelvetrano si fecero consigliare
Quanti appalti e quanti soldi possono avere guadagnato? Il” Ministro dei lavori pubblici della mafia”, Siino conduceva tutte le trattative con la compagnia di Rosario Cascio. Archiviate le denunzie contro gli Spallino, e prima o poi qualcuno certamente avrà l’accortezza di spiegarne le ragioni a beneficio della Giustizia, rimane ad oggi sapere quanto denaro è entrato nelle casse della mafia e del comitato d’affari Alla famiglia Spallino , quando ormai erano vicini al collasso economico, vennero sequestrati dalle Misure di Prevenzione di Palermo oltre 10 milioni di euro in beni e altro. Per avere ancora e meglio una ulteriore e non esaustiva rappresentazione dello spessore di Gaspare Spallino non si può trascurare che uno dei più fidati assassini al soldo di Matteo Messina Denaro si chiama Leonardo Ciaccio , ergastolano, vivente, sodale del suo omologo suicidatosi in carcere, Peppe Clemente. Gli Spallino erano in ottime relazioni anche con Marco Montalto incensurato Presidente della Cooperativa vitivinicola (la cantina) consuocero dell’altrettanto incensurato Avv. Gacomo Pantaleo alto rappresentante dell’alta gerarchia della Massoneria della provincia di Trapani più fortunato dell’altro Avv. Gino Pantaleo di Campobello di Mazara accusato invece di assurde nefandezze dall’oggi screditato finto pentito, ormai noto solo come tale Vincenzo Calcara, ma utilizzato negli anni 90 per coprire proprio Matteo Messina Denaro nella organizzazione ed esecuzione delle maledette stragi accusando ingiustamente innocenti per creare polverone infangando Castelvetrano e massacrando altri innocenti e di conseguenza la popolazione sana costretta a pagare per tutto questo marciume.Nel cerchio magico del comitato che non era solo socialista hanno trovato ricchezza tanti altri: tecnici del comune compiacenti, piccoli appaltatori, ingegneri, architetti e furbi usurai. Le amministrazioni cambiavano e il coppo rimaneva.
Fonte : documenti, archivi, testimonianze