Negli ultimi giorni la caratteristica politica principale dei pentastelluti (la totale incoerenza tra dire e fare, tra dire e dire, e anche tra pensare, dire e fare tutto insieme) ha raggiunto livelli impensati. Questo perché quando non si ha un programma di Governo (tralasciamo per carità di patria il pezzaccio di carta firmato insieme alla Lega pur di occupare le poltrone da ministro), un’idea sensata che sia una, un senso dello Stato, e soprattutto non si ha né cultura né preparazione, qualsiasi avvenimento provoca reazioni istintive e spesso opposte a quelle del giorno prima, componendo un puzzle che più che una strategia sembra un ritratto di Picasso nella fase cubista-ubriaca.
Prendiamo per esempio la battaglia sulla chiusura degli esercizi commerciali la domenica e nei festivi. Una battaglia già persa in partenza, lo sanno anche loro ovviamente, perché quando qualcuno si accorgerà che così facendo si buttano a mare centinaia di migliaia di posti di lavoro, vedrete che non se ne farà niente, come la quasi totalità delle esternazioni pentastellute. Però la cosa interessante è che questa battaglia dirigista e vetero comunista la si fa in nome del benessere dei dipendenti. Ricorda tanto i sabati fascisti, o i ragazzi vestiti di bianco con i fiori in mano che salutano i dittatori della Corea del Nord agitando la mano.
Negli Stati Uniti, per dire, i negozi sono aperti SEMPRE da SEMPRE, giorno e notte, fanno un sacco di soldi, c’è piena occupazione e nessuno si lamenta se in Chiesa invece che di domenica ci va magari di venerdì pomeriggio. Se è cristiano poi, perché ovviamente in tutto questo, in un paese come il nostro in cui la libertà di culto è garantita in Costituzione, qualcuno dovrà spiegare al Lider Minimo Di Maio che gli Ebrei si riposano il sabato e i musulmani il venerdì e quindi tenere chiusi gli esercizi “i festivi” sarà uno spasso.
Ma qui ci tengo solo a sottolineare che la libertà di esercitare il proprio mestiere verrebbe limitata PER LEGGE per una presunta idea di benessere. Poi il Parlamento Europeo, a stragrande maggioranza, vara una legge per permettere la remunerazione dei contenuti su web a chi li produce, e scatta automatico l’urlo di dolore pentastelluto: “censura! si uccide la libertà di opinione! è uno scandalo!”. Cari amici pentastelluti, fatemi capire bene. Voi gestite una piattaforma segreta, di cui non si sa nulla, gestita da boh, due o tre persone, su cui avvengono votazioni che decidono del destino del Paese (finché vi votano, cioè), e senza che ci sia alcuna trasparenza né nelle procedure né nei dati. Una piattaforma su cui scompaiono notizie indesiderate, vecchi articoli che ora danno noia a chi li ha scritti, e gridate all’assassinio della libertà?
Ma cominciate a dire voi di chi è la piattaforma Russeau, chi la gestisce, dove finiscono i soldi che raccogliete, come vengono contati i voti, cose così, e poi preoccupatevi della libertà del web. E soprattutto: se volete che i grandi fornitori di servizi siano liberi non solo di esercitare il loro (sacrosanto) diritto di esistere prendendo addirittura contenuti gratis da chi ci mette soldi, testa e impegno, perché non lasciate che il panettiere lavori quando gli pare e vi cominciate finalmente ad occupare di cose serie? (tipo ad esempio raccogliere la mondezza a Roma, ma si sa, la mondezza puzza e pesa, non è certo composta al 90% di acqua come noi)
Rodocarda