A sentirlo con quella sua aria da “bello guajone” si sarebbe detto che raccontasse una favola che manco i piccirilli però la possono apprezzare.
Di Maio in televisione spiegava che solo ora, con il Governo giallo-verde si fa quello che proprio ci voleva per combattere la corruzione.
“Ora i corruttori, quelli che con una bustarella sono abituati ad accaparrarsi appalti ed ottenere vantaggi d’ogni genere dalle Pubbliche Amministrazioni, correranno il rischio di andarla ad offrire ad un Carabiniere o ad un Poliziotto sotto copertura…”.
Già. Perché per combattere la corruzione il Governo (si fa per dire) con il Ministro della Giustizia Bonafede (almeno così pare) vuole che si faccia come con gli spacciatori di droga: Agenti di Polizia camuffati, invece che da spacciatori e trafficanti di coca, da Funzionari, da Sindaci, Ispettori ministeriali. Così i corruttori andranno ad offrire bustarelle e cadranno nella rete. Lei è Sindaco? Ecco qua la sua busta perché cambi il piano regolatore… E quello, invece è un Carabiniere e lo arresta.
Peccato che i corruttori non dono mai andati a mollare buste più o meno rigonfie nelle mani di uno “che sembra” un funzionario, un amministratore, da corrompere come può capitare a chi compra e vende polverine.
Se fosse possibile che un corruttore babbeo vada a mettere il suo “pedaggio” in mano alla persona sbagliata, Di Maio che è napoletano lo dovrebbe sapere, prima di Bonafede, del Governo, dei Magistrati suoi suggeritori, ci avrebbero pensato “i soliti ignoti”, i truffatori a farsi passare per “gente da comprare”.
Che con la legge che ci stanno per ammannire i corruttori verranno messi in difficoltà andando ad offrire la “busta” alla persona sbagliata è cosa che fa ridere, anche se, a dire la verità sentire quel sedicente uomo di Stato raccontare certe cose in televisione faceva solo incazzare.
C’è piuttosto da preoccuparsi per il resto del progetto di legge.
In quello da tempo giacente nei cassetti del Governo, redatto da una Commissione presieduta, nientemeno che da Gratteri, erano previste misure “anticorruzione” analoghe a quelle “antimafia”. Ai sospettati di essere sospettabili di corruzione prevedeva il sequestro dei beni. Altro lavoro per Signore Saguto e per i Don Ciotti. Ed altre imprese in pericolo di essere distrutte sulla base di un “sospetto”.
Vedremo questo progetto. Può darsi, invece, che estenda a tutto il territorio nazionale la norma della legge anticorruzione siciliana, che fa obbligo ai portieri degli edifici dove sono collocati Uffici Pubblici di denunciare le persone che li frequentano senza che appaia (a loro) una legittima giustificazione.
Alle tragedie, quale è certamente quella della corruzione dilagante, si vuole sempre aggiungere una farsa. Che non ci consola affatto. Ci dà la prova e la misura del carattere farsesco di certa gente che dovremmo considerare esponenti politici.
Mauro Mellini