SAURO CAVALLINI
mostra di scultura e pittura
dal 2 luglio al 31 agosto
Varie sedi – Pietrasanta
Quattro sculture monumentali di Sauro Cavallini scandiranno l’estate 2018 a Pietrasanta. Sono addirittura tre le location– la Piazzetta San Martino, il Campanile di Sant’Agostino e la Galleria Enrico Paoli – che dal 2 luglio al 31 agosto ospiteranno ben 35 opere dell’artista ligure, ma toscano d’adozione, scomparso nell’estate di due anni fa.
Si tratta di un’esposizione diffusa e a ingresso libero – promossa dal Centro Studi Sauro Cavallini, organizzata della Galleria Enrico Paoli, curata da Melanie Zefferino e patrocinata dal Comune di Pietrasanta – che hanno scelto proprio la Piccola Atene per l’esordio versiliese e quale vetrina privilegiata di un artista in parte ancora da scoprire, e che per tutto il 2018 è al centro di una serie di iniziative a lui dedicate.
Ligure di nascita, toscano d’adozione e attivo per oltre mezzo secolo, Sauro Cavallini ha sempre mostrato una personalità eclettica, confrontandosi con diverse forme di espressione artistica (disegno, pittura, ma soprattutto scultura) riuscendo a ottenere risultati eccellenti e commissioni di prestigio, così come il privilegio di essere presente con le sue opere in collezioni di elevato spessore come quelle della Città del Vaticano, del Principato di Monaco, del Parlamento Europeo di Strasburgo o prestigiosi istituti bancari e amministrazioni pubbliche.
Le location e le opere
Nella centrale Piazzetta San Martino troveranno spazio cinque sculture monumentali in bronzo, realizzate tra il 1968 e il 1990, dal titolo Titano (1), Titano (2), Amore e Universo, Balletto multiplo e Icaro.
All’interno del Campanile di Sant’Agostino sarà collocata un’altra imponente scultura, ma in ferro, intitolata Uomo e realizzata nel 1962 con la tecnica detta “della goccia su goccia”.
Quindi all’interno della Galleria Enrico Paoli di Pietrasanta (via Stagio Stagi n.13) saranno i visibili i bozzetti in bronzo di ben 25 opere realizzate nell’arco di un trentennio (tra il 1959 e il 1989), nonché tre dipinti a tempera – dal titolo Balletto, Coppia e La Creazione – realizzati nel 2000 e 2001.
In pratica si tratta di un’esposizione che, oltre a offrire un’interessante opportunità per appassionati e collezionisti, rappresenta fedelmente la parabola di Sauro Cavallini dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento fino ai primi anni Duemila, quando la tecnica, il fervore ideale e una particolare fecondità artistica gli permisero di realizzare opere apprezzate sia dal pubblico, sia dalla critica.
Scriveva Carlo Ludovico Ragghianti negli anni “80 che “la cultura moderna e inquietamente interrogativa di Cavallini gli ha fatto individuare l’ultima scoperta, che mostra una vitalità straordinaria, e già gli ha fornito una quantità di genuine e flagranti variazioni, perché dalla collocazione in pianta dei gruppi al loro sviluppo nel medium aereo che associano e alimentano con la loro crescita in progresso e con le proiezioni stellari, le sculture traggono una multanime composizione sinfonica, che il rigorismo plastico spoglio e laminato obbliga a una forza eccezionale di avvolgente tensione”.
Con l’esposizione di Pietrasanta prosegue quindi il percorso di conoscenza approfondita di un artista che ha dedicato tutta la sua vita alla realizzazione di opere di grande impatto emotivo, dove lo studio della forma, sia dal punto di vista grafico, sia scultoreo, ha raggiunto livelli importanti.