Questa settimana il sito Proversi.it approfondisce un tema di dibattito estremamente attuale e divisivo: “la guerra giusta”.
Dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 ad opera dell’organizzazione terroristica di matrice islamica Al Qaeda, gli Stati Uniti hanno fatto ricorso al concetto di guerra giusta al fine di legittimare gli attacchi preventivi che si sono susseguiti nei territori che ospitavano i gruppi terroristici. I giugno 2002, l’allora presidente USA George W. Bush tenne un discorso nel quale gettò le basi della cosiddetta “dottrina Bush”, che di fatto giustifica le guerre preventive statunitensi.
Anche il suo successore, il presidente Barack Obama, in carica fino al 2017, ha più volte difeso i concetti di guerra giusta e guerra preventiva in riferimento alle campagne militari contro i gruppi terroristici.
In Italia, Maurizio Viroli, professore emerito di Teoria Politica presso l’Università di Princeton e presso l’Università della Svizzera Italiana a Lugano, ha collegato il concetto di guerra giusta con quello di guerra umanitaria, ritenendo alcuni interventi necessari alla difesa dei Diritti umani dei popoli.
Sul versante opposto del dibattito, Gino Strada, il fondatore dell’ONG Emergency, fermo oppositore di qualsiasi tipo di conflitto armato. Nel dicembre del 2015, in un’intervista, criticava il concetto di guerra giusta e proponeva, al contrario, l’abolizione della guerra come unica salvezza per l’uomo. Anche Pietro Scoppola, professore di Storia Contemporanea presso l’Università “La Sapienza”, pur ammettendo il ricorso alla guerra per necessità estreme di difesa, si è detto contrario alla dottrina della guerra giusta, ritenendola ormai superata e criticando le guerre preventive condotte dagli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq.
In campo cattolico, hanno parlato della dottrina della guerra giusta in termini negativi il teologo Fernando Enns e Papa Francesco. Il teologo ha spiegato in un’intervista come la teoria della guerra giusta sia stata abusata nella storia per giustificare attacchi indiscriminati; Papa Francesco, invece, nel libro-intervista Politique et societé, scritto insieme al sociologo Dominique Wolton, ha segnato una vera e propria rottura con la precedente tradizione cattolica.
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