In presenza di Travaglio
Di Matteo con Mauro Vaglio,
Quello là che fu trombato
Nella corsa pel Senato,
(C’era pure, poveretta,
La ben nota Sindachetta
Impegnata a dimostrare
C’assai meglio è non parlare).
Hanno esposto con orgoglio
Un programma in Campidoglio
Di chi vuole, oh che mestizia!
Si rovini la Giustizia
Per il quale addirittura
Sparirà l’Avvocatura.
Allegri Signori Avvocati romani! Mentre tra speranza e rassegnazione cercate di resistere alla emarginazione della vostra professione, alla neutralizzazione del diritto alla difesa (caso Tagliaferri incriminato perché difendeva troppo bene i suoi assistiti a rischio di farli assolvere con scorno della “lotta” dei magistrati contro “il male”) il vostro signor Presidente del Consiglio dell’Ordine, quello che “in quanto tale” si era presentato candidato al laticlavio suscitando proteste e recriminazioni nello stesso Consiglio, rimanendo fortunatamente trombato, non demorde. Aderisce sempre al Partito dei Cinque Stelle di proprietà della Grillo e Casaleggio S.p.a. E fin qui è quasi “naturale”, anzi espressione di indecenza sarebbe stata cercare subito un’altra casacca per far dimenticare l’incidente.
Nossignori, Vaglio avv. Mauro, tuttora (ahimè) Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma ha partecipato alla cerimonia apologetica del noto magistrato e giurista Di Matteo Antonino detto Nino, quello cui nulla può essere negato (vittoria ai concorsi, “distacco per restare dove sta”, indennità di trasferta, superscorta, cittadinanze onorarie) perché “è stato condannato a morte da Totò Riina” e la condanna è ancora valida ed esecutiva, nella gloria del Campidoglio (“dove in eterno verdeggia il sacro alloro”…diceva la canzone fascista). Di Matteo ha espresso il programma della scheggia impazzita del Partito dei Magistrati, accettato, a quanto pare, e fatto proprio dal partito S.p.a. Casaleggio e Grillo. Espresso in cinque punti, esso ha fatto scandalizzare persino “La Stampa” di Torino. Programma che definitivamente trasforma la “giustizia” in “lotta” non al crimine, ma a chi è sospettato di essere capace di commetterlo (ben nota teoria nazista) e che implica la soppressione della professione di avvocato degna di questo nome.
Mauro Vaglio presidente Cinque Stelle dell’Ordine degli Avvocati di Roma, seguace ed ammiratore di Di Matteo Nino, speculatore sulla presunta “condanna a morte”, il magistrato più costoso d’Italia, il P.M. che processò lo Stato e pratica l’archeologia giudiziaria.
Alla notizia della sua candidatura lanciammo il grido: Vaglio vattene.
Oggi, di fronte al suo allinearsi con il guru Bongiovanni, le “Agende Rosse”, la tifoseria stolta dell’Antimafia Mafiosa, per gli avvocati di Roma e di tutta Italia il dovere è di gridare alto e forte:
“CACCIAMO VAGLIO” ed i complici della ridicolizzazione della giustizia.
E cerchiamo di agire in conseguenza.
Mauro Mellini