I Carabinieri della Compagnia di Padova nella serata di domenica scorsa hanno iniziato una intensa attività investigativa che ha portato all’arresto di un pericoloso rapinatore croato in Italia senza fissa dimora.
L’uomo alle 18,30 circa in via Vicenza aveva aggredito una donna 43enne e sotto la minaccia di un coltello serramanico si era fatto consegnare la borsa ed il telefono cellulare, per poi dileguarsi. La scena non passa inosservata ad un cittadino italiano che prima chiama il 112 e poi insieme alla donna si mette ad inseguire il rapinatore sino all’arrivo delle pattuglie sul posto.
Il croato cerca di fuggire, ma ormai circondato, getta il coltello e si arrende.
Ammanettato, viene dichiarato in arresto e portato in caserma.
Gli uomini del Nucleo Radiomobile memori del fatto che alle 14,00 circa in via Tommaseo era stata consumata una rapina in danno dell’esercizio commerciale “Happy Shopping” di proprietà di un cittadino cinese, il cui autore veniva descritto, da personale della Polizia di Stato intervenuto sul posto, come un uomo di origini slave armato di serramanico, procedevano a raccogliere la denuncia dal commerciante e poi organizzavano una identificazione personale.
Il cittadino cinese riconosceva senza ombra di dubbio l’uomo che per tanto veniva denunciato anche per la rapina consumata poche ore prima. A supportare il riconoscimento del reo recuperate anche le immagini del sistema di video sorveglianza interna del negozio in cui vengo immortalati gli attimi drammatici della rapina.
Infine da accertamenti dettagliati effettuati su impronte digitali del croato è emerso che era anche destinatario di un Ordine di Esecuzione per la Carcerazione” emesso il 29.02.2012 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Venezia – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo lo stesso espiare la pena di anni uno e mesi sei di reclusione per rapina in concorso commessa il 05.09.2005 e in data 21.09.2005 in Peseggia.
Il quadro accusatorio veniva condiviso dal sostituto pubblico ministero Sergio Dini che ne disponeva la traduzione alla casa circondariale di Padova.
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