Questa mattina, a Padova, lungo l’argine del canale Scaricatore, presso la stele che ricorda l’evento tragico in cui, 37 anni fa, l’App. Enea CODOTTO e del Car. Luigi MARONESE persero la vita per mano di alcuni terroristi, si è svolta una sentita cerimonia di commemorazione alla presenza del Comandante della Legione Carabinieri “Veneto”, Gen. B. Giuseppe LA GALA, del Sindaco di Padova Sergio GIORDANI, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Padova, Col. Oreste LIPORACE, dei familiari dell’App. CODOTTO e rappresentanze di militari in servizio ed in congedo.
Dopo la deposizione di una composizione floreale il trombettiere ha suonato “il silenzio “ per commemorare i due Carabinieri, entrambi insigniti di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.
Di seguito la delegazione si è spostata presso la Caserma “Codotto e Maronese”, sita a Padova in via Rismondo n.4, dove il Primo Cappellano Militare, Don Corrado TOMBOLAN ha celebrato la S. Messa nella Cappella della Caserma, dopo aver rievocato brevemente l’evento.
Momento particolarmente sentito è stata l’intitolazione della Sala Equipaggi del Radiomobile di Padova alle due Medaglie d’Oro, quando alcuni colleghi, pochi ancora in servizio ed altri in congedo, che hanno avuto la fortuna di conoscere Codotto e Maronese, hanno sottolineato la generosità d’animo, il coraggio con cui affrontavano il servizio quotidiano, senza mai risparmiarsi, in un momento storico particolare.
Si riporta la motivazione della concessione della Medaglia d’Oro:
“Capo equipaggio e Conduttore di autoradio di nucleo operativo e radiomobile, interveniva, di notte, in località isolata, unitamente a graduato capo equipaggio, per identificare alcune persone, risultate successivamente appartenere a pericoloso gruppo eversivo, mentre recuperavano armi e munizioni precedentemente occultate in un canale. Proditoriamente aggredito da terrorista in agguato, mentre si accingeva ad allertare la centrale operativa, benché gravemente ferito da colpi di arma da fuoco, reagiva con l’arma in dotazione favorendo l’intervento del capo equipaggio che, dopo violento scontro a fuoco, feriva gravemente il malfattore, prima di cadere, a sua volta, colpito da altri terroristi. L’eroico comportamento consentiva la cattura del terrorista ferito, l’identificazione e l’arresto di numerosi componenti del gruppo eversivo e fiancheggiatori appartenenti alla delinquenza comune, nonché il recupero di un notevole quantitativo di armi, munizioni, esplosivi e documenti rinvenuti anche in diversi covi dagli stessi utilizzati. Luminoso esempio di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio.