Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1, intervistato a 24Mattino su Radio 24 da Luca Telese, alla domanda “ma è vero che sei Yoda, la firma occulta del Giornale?” risponde ironizzando: “No, no, è mio cugino!”. Ma poi spiega perché si firma con uno pseudonimo, ripercorrendo la sua vicenda giudiziaria:
“Molto spesso lo pseudonimo è anche una cosa abbastanza intrigante, ma ci sono anche altri elementi. Tu conosci la mia vicenda personale: il Parlamento ha visto un fumus persecutionis sulla mia vicenda, perché non credo che sia successo molte volte che il Senato contesti la decadenza e la respinga. Ma è rimasta la questione dell’interdizione, che sta per finire. Purtroppo in questo paese quando sei in quella condizione devi usare uno pseudonimo”. Minzolini fa riferimento alla condanna per peculato ricevuta quando era senatore di Forza Italia, condanna che, per la legge Severino, comportava la decadenza da parlamentare. I senatori gli evitarono la decadenza, ma Minzolini si dimise dopo poco. Minzolini ritorna sulla sua vicenda: “io sono stato assolto in primo grado ma in secondo grado mi sono trovato ad avere un giudice che ha fatto per vent’anni politica nella parte opposta.
Già lì c’era un particolare fumus politico. L’idea che su questa vicenda ci fosse una condanna che intervenisse sulla mia possibilità di parlare, di dire, di esprimere il mio pensiero, la rende ancora più assurda e paradossale, tenendo conto tra l’altro che non scrivo per il pubblico”. Quando scade l’interdizione chiede Telese: “Tra quattro mesi” risponde Minzolini.
