Il Centro Studi Legge Penale Europea è una libera associazione di cittadini europei che si propone di promuovere un progetto ambizioso di lotta alla criminalità, al terrorismo e a tutti quei reati che, presentando una dimensione transnazionale, ledono gli interessi dei Cittadini dei Paesi membri dell’U.E.
Un’associazione autonoma e indipendente senza fine di lucro, che nasce per iniziativa di un gruppo di cittadini e di esperti che ritengono necessaria una riforma penale internazionale di carattere Comunitario, e che a tal fine, si propongono di studiare e sollecitare l’applicazione di misure atte a proteggere e salvaguardare i diritti dei Cittadini Europei.
Promotore dell’iniziativa, nata dal confronto tra Gian J. Morici (Coordinatore Circoli Internazionali dell’Associazione“I Cittadini contro le mafie e la corruzione”) è Antonio Turri, Presidente Nazionale dell’Associazione stessa.
L’idea progettuale è sorta prendendo in esame l’incidenza del fenomeno mafioso in paesi come la Francia (dove è responsabile per l’Associazione Luisa Pace) che non si sono dotati di una specifica normativa antimafia, finendo così con il favorire quelle infiltrazioni criminali che in Italia sono perseguite penalmente e la cui unica azione di contrasto non può che essere quella dettata da una normativa di carattere europeo che renda più omogenea ed efficace la lotta al fenomeno mafioso.
Allo scopo, in attesa della costituzione di comitato tecnico al quale saranno affidati studi, ricerche e proposte, il “Centro Studi Legge Penale Europea” si è dotato di un proprio sito internet sul quale verranno pubblicate le iniziative del gruppo e i lavori realizzati dal Comitato Tecnico ( https://leggeeuropea.wordpress.com/ ).
Tra gli aspetti presi in esame durante i lavori, la mappatura strategica delle attuali leggi in materia di reati che presentano una dimensione transnazionale, con particolare attenzione ai drammatici cambiamenti e alle mutevoli situazioni strategiche in Medio Oriente, che creano notevoli preoccupazioni in materia di immigrazione e terrorismo.
Senza una definizione di questi fenomeni, , quantomeno riconosciuta a livello comunitario, non potrà esistere una convenzione europea che possa vedere tutte le nazioni che dell’Unione fanno parte, unite in questa grande lotta.