Presso la sede del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il Procuratore della Repubblica di Isernia, dottor Paolo Albano, il Procuratore della Repubblica di Velletri, dottor Francesco Prete e il Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, hanno presentato i risultati dell’operazione “START UP”, condotta dal Nucleo TPC di Napoli, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Isernia, in collaborazione con quella di Velletri.
L’indagine nasce dall’attenta analisi dei furti di beni culturali ecclesiastici, avvenuti in Comuni confinanti tra loro e ubicati nell’alto casertano sino alla provincia di Isernia, commessi in danno di luoghi di culto e istituti religiosi in un ristretto lasso di tempo e con analogo modus operandi. Le azioni delittuose monitorate sono avvenute in orari diurni e quasi sempre senza ricorrere a effrazioni, approfittando dell’apertura dei luoghi di culto, privi di sistemi di antifurto o videosorveglianza.
La svolta nell’inchiesta si è avuta grazie alla ricostruzione delle fasi di un furto avvenuto nella chiesa “San Michele”, ubicata nella piazza principale di Monteroduni, piccolo centro della provincia di Isernia. La complessa attività investigativa, tutt’ora in corso, ha permesso di tracciare il percorso delle opere rubate, smerciate nei mercatini rionali in provincia di Roma e, soprattutto, in quello capitolino di Porta Portese.
Nel corso dell’attività investigativa si è appurata l’esistenza di un’organizzazione criminale, fulcro di un crocevia internazionale di ricettazione di opere d’arte rubate, con base logistica nella provincia di Napoli, capace di collocare i beni illeciti provenienti dall’intero territorio nazionale ed estero.
La precisa ricostruzione di ogni elemento ha permesso di accertare la sistematica e abituale condotta di illustri personaggi che, consci della provenienza delittuosa delle opere, non esitavano a finanziare le casse della criminalità, richiedendo il reperimento del bene desiderato, per ornare le proprie abitazioni.
In tale contesto, terminali di ricezione sono stati individuati in Ciampino, dove si sono concentrati sequestri di opere di particolare pregio, tra cui la pala d’altare in seguito indicata, nonché catalogati un rilevante numero di oggetti di valore artistico sulla cui provenienza sono ancora in corso i relativi approfondimenti.
I soggetti allo stato indagati dalla Procura di Velletri non risultano avere precedenti penali ed uno di loro in particolare vanta una tradizione, familiare, di raccolta di opere d’arte di natura storico-religiosa; secondo quanto accertato sino ad ora, le opere venivano direttamente consegnate a domicilio dopo una negoziazione avvenuta a distanza ovvero tramite intermediari. Sono in corso di ricostruzione i flussi finanziari collegati alle relative transazioni.
L’attività investigativa, all’esito degli accertamenti effettuati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, ha consentito, ad oggi, di:
-recuperare oltre 100 beni rubati, per un valore stimato in 7.000.000 €;
-ricostruire le fasi di 24 furti, avvenuti prevalentemente in danno di chiese e istituti religiosi;
-sequestrare la pala d’altare, di fattura fiamminga, raffigurante “La stazione XII della via Crucis: Gesù muore in croce”, datata 1520 e asportata a Mons (Belgio), il 2 luglio 1980, in danno dell’Istituto religioso “Sainte Waudru”;
-restituire ai legittimi proprietari più di 50 opere di notevole valore.
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