Se uno come Orlando fa una cosa buona, poi ci ripensa e fa la cavolata conforme alla sua statura giuridico-politica (ed al suo aspetto…).
Aveva trovata una soluzione ragionevole di fronte alle baggianate della pretesa “bilocazione” di San Di Matteo, propugnata dal Guru frontecrociato, dalle Agende Rosse e dalla tifoseria Antimafia, stabilendo il “ritardato possesso” del nuovo ufficio alla Procura Generale Antimafia in Roma dello scalpitante P.M. sempre proclamante il suo diritto all’immediato insediamento all’Antimafia Nazionale e, contemporaneamente, la sua ferma volontà di non abbandonare il suo posto “in prima linea” a Palermo al processo per il delitto di tentativo da parte dello Stato, di sottostare ai ricatti della mafia e ad “ulteriori” (mai porre limiti alla Provvidenza Divina) indagini connesse di pari raffinatezza giuridica.
Di Matteo c’era rimasto male, avergli negato di fare la spola (con la relativa superscorta) tra Roma e Palermo (tra una corsa e l’altra ad altre città per esigenze di manifestazioni di culto della sua figura eroico-politica) era, secondo lui, una prova del perdurare di trame della massomafia risalente alla famigerata trattativa. E i suoi tifosi gridavano allo scandalo per quella “limitazione” di una utilizzazione così limitata di cotanto magistrato.
E’ bastato che l’oltranzismo fanatico “antimafia” della “scheggia” palermitana del Partito dei Magistrati manifestasse di non disdegnare l’intendimento di “scendere in campo” nell’agone elettorale in uno schieramento “giudizial populista” con il Movimento 5 Stelle (del resto già impegnato in tutta Italia nel culto di San Di Matteo con la pagliacciata della collezione di “cittadinanze onorarie”) e che anche il lungochiomato Procuratore Generale di Palermo mostrasse la sua saggia e “moderata” propensione per quel lavorio..e, soprattutto, al primo segno di una “proficua collaborazione” del giudizial populismo con il nazional populismo di Renzi, che la sorprendente saggezza di Orlando e della sua risposta col “ritardato possesso” alla velleità del “magistrato simbolo” etc. etc. evaporasse e ad essa subentrasse la pura acquiescenza alle pretese “bilocazioniste” dell’ambizioso P.M.
E’ inutile dirlo: di fronte alla resipiscenza baggiana del povero Orlando, la cosiddetta classe politica ancora una volta si è voltata da un’altra parte, “ignorando” (per lo più anche nel senso letterale del termine) la “correzione” balorda di un inconsueto atto di ragionevolezza.
Naturalmente (questo è il rispetto che questo governo ha per il Parlamento) non ci risulta che il buffo Ministro della Giustizia abbia risposto all’interrogazione del Sen. Luigi Compagna. Non è il caso, quindi, che torniamo a scomodarlo o a far la questua presso altri Senatori e Deputati perché chiedano conto al Ministro (si fa per dire) del suo ripensamento.
Ma le domande che dovrebbero, e non da pochi, essergli rivolte, perché di ciò i cittadini debbono essere informati, possiamo scriverle noi. Con la stessa probabilità di avere la risposta che hanno i parlamentari seri e non arrendevoli.
Ma le facciamo perché qualcun altro dei cittadini sappia che cosa si impasticcia e quanto si cerca di non far loro conoscere.
1° – Il dott. Antonino Di Matteo, una volta entrato in possesso del suo ufficio in Roma alla Procura Nazionale Antimafia, in quanto rimarrà “applicato” a Palermo, percepirà l’indennità di trasferta per le sue più o meno frequenti presenze in Palermo (sua abituale dimora) e quale ne sarà eventualmente l’importo)?
2° – Come si provvederà alla sicurezza del dott. Di Matteo, ove si ritenga serio e non strumentale il pericolo alla sua persona per una “condanna a morte” pronunziata in un colloquio con un altro detenuto dall’ultraottantenne e malato ex boss mafioso Totò Riina “all’orecchio” di una guardia carceraria, nei frequenti spostamenti conseguenti all’applicazione”, che vanno ad aggiungersi a quelli per convegni e cerimonie in varie città d’Italia, del “bicollocato” magistrato con la sua superscorta e con la speciale macchina autoblindata ad altra tecnologia?
3° – Se risponde a verità che, al fine di cui al punto precedente, anche allo scopo di evitare subbugli ed inconvenienti negli aeroporti e sugli aerei di linea, si intenderebbe provvedere per gli spostamenti del suddetto magistrato e della sua superscorta con aerei dell’Aeronautica Militare o con aerei privati appositamente noleggiati?
4° – Quale sia la maggiore spesa complessiva, per i provvedimenti sopra accennati che deriverà all’Erario per la nuova deliberazione del Ministro in ordine alla bicollocazione del suddetto dott. Di Matteo?
Quanti possono essere mossi dalla stessa “curiosità” che noi abbiamo espresso formulando questi interrogativi potranno farli propri e “girarli” all’onorevole Ministro Orlando, al C.S.M., ed alla stampa, specie siciliana.
Mauro Mellini