E’ dell’altro giorno la “marcia” per gli immigrati di Milano. Con Grasso, Presidente del Senato e magistrato “antimafia” in testa, sotto il segno di quello striscione “siamo tutti legali”. Slogan che tradotto in termini realistici e non utopistici, significa semplicemente: nessuna distinzione, nessuna selezione, nessuna condizione per l’immigrazione di massa nel nostro Paese. Uno slogan cretino e pericoloso, che, intanto si rovescia benissimo nell’altro “sono tutti illegali”.
Poi l’ennesima strage jihadista, la più oscenamente crudele e perfida. E nessuno venga a dirmi che tra immigrazione di massa e terrorismo non c’è connessione. Strage in Inghilterra, in Europa (che non è solo Unione Europea). E nessuno mi dica che la pratica rinunzia a regolamentare l’immigrazione ed a controllare gli immigrati abbia finora preservato il nostro Paese da analoghe sciagure. Non c’è solo il sospetto che il nostro Paese sia base logistica per quegli assassini. E terreno di cultura per il loro reclutamento.
Ma dobbiamo rifiutare ogni distinzione tra assassini e stragi al di là o al di qua delle Alpi. O saremo perduti.
Dobbiamo pretendere di non essere lasciati soli a tenere il fronte Mediterraneo contro l’invasione. Ma dobbiamo, del pari, sentirci parte di fronte ad ogni attacco jihadista in qualsiasi parte dell’Europa: a Manchester a Milano, Roma o Napoli non è poi molto diverso.
Se dovesse insinuarsi l’idea che, in fondo, è meglio l’invasione incontrollata che essere oggetto e teatro di stragi incontrollabili, sarebbe, oltre che uno spregevole atto di viltà di bassezza morale e politica, il principio della fine.
Europa per continuare ad esseri europei. Europei per continuare ad essere Italiani. E per difenderci e difendere le nostre vite.
Grasso vada pure a “marciare” dietro quello stupido e bugiardo striscione.
Ma non marcisca il buon senso, la dignità umana, l’orgoglio di saperli difendere.
Mauro Mellini