Sono oramai trascorsi decenni dall’inizio di un’era politica caratterizzata dalla demolizione giudiziaria dei partiti e della classe politica.
Il manipulitismo, l’antiberlusconismo, l’antimafia “devozionale” ed affaristica, i Di Pietro, i Davigo, i Woodcock, i Cordova, gli Ingroia si sono avvicendati sulla scena politico-giudiziaria, hanno bandito la crociata, contro la corruzione, in realtà per l’estirpazione di strutture essenziali di ogni regime libero e democratico.
Si è dato luogo ad una quantità di leggi speciali, si sta cancellando ogni traccia di garantismo nel sistema giudiziario penale. Un P.M. anche un po’ fantasioso conta oramai più di un voto plebiscitario del corpo elettorale. I partiti sono scomparsi. Il tessuto connettivo tra la gente, i cittadini e le istituzioni che debbono rappresentarli è stato demonizzato ed è scomparso, sostituito dai computer e dalle discussioni nei bar di periferia (se quelle sul calcio lo consentono).
Risultato: l’Italia è in coda alle Nazioni Europee. Non c’è aria di uscita dalla crisi economica. Non ci sono progetti per fronteggiare l’ondata d’invasione dai Paesi che (da sempre) sono in condizioni peggiori delle nostre.
E, soprattutto e prima di tutto, la corruzione, per combattere la quale tanta distruzione è stata perpetrata e per la quale in mani così pericolose ci siamo messi, è in aumento: l’unico fattore in crescita. E’ l’unica istituzione che funziona…
L’onda dell’illusione persecutoria che ha finito per investire il suo stesso ambiente, i suoi ideatori e profittatori, sta distruggendo il suo “brodo di cultura”. E la stessa subcultura populista che queste campagne ci hanno donato.
Abbiamo toccato il fondo? Io mi auguro di sì. Altrimenti non ci resta (non resta a chi può) che cercare di emigrare se troveranno chi vorrà accoglierli. Oppure darci anche noi al saccheggio. Ma se vogliamo vivere da uomini nella nostra Terra, dobbiamo tentare di chiudere questa spaventosa stagione.
E’ possibile che non sorga un movimento capace di proporre ed imporre la parola fine a questa malsana politica di caccia alle streghe?
Possibile che non ci sia uomo (o donna) politico, tra quanti ne sono rimasti e pretendono di essere tali, che dichiari che occorre sbarrare la strada al Partito dei Magistrati, alla nuova Inquisizione, ai Di Pietro, ai Davigo, alle Boccassini, agli Ingroia, alle Saguto, ai Woodcock, che la giustizia deve tornare ad essere giustizìa e non strumento di persecuzione e di sogni politici?
Non dirò: “ora o non più”. La storia non si arresta. Ma anch’essa ha i suoi tempi. E conosce (ed abbiamo conosciuto) tempi orrendi, infami. Basta. Abbiamo bisogno di riscoprire la fede nella Ragione. E nella Libertà. Chi ha tempo non aspetti tempo.
Mauro Mellini