Associazione politica per l’Italia della ragione
Il quadro politico artificiosamente costruito nella cosiddetta seconda Repubblica è arrivato ormai al completo collasso. Alla frantumazione dei finti partiti del centro-destra si aggiunge in queste ore la deflagrazione del cosiddetto Partito Democratico, un partito artificiale, ancorché di maggioranza relativa, senza anima e senza respiro, nato dalla confluenza dell’ex partito comunista e della sinistra democristiana e nel quale il contributo delle forze laiche, repubblicane e socialiste è sempre stato residuale.
La ormai paventata scissione, che potrebbe maturarsi nelle prossime ore, segna un’ulteriore sconfitta della linea politica velleitaria, demagogica e autoritaria imposta da Matteo Renzi. La dura sconfitta del PD alle elezioni amministrative, lo smacco, ancora più duro, nel voto referendario su una riforma costituzionale mal digerita, mal scritta e imposta al Parlamento e la bocciatura da parte della Corte Costituzionale di una legge elettorale palesemente anticostituzionale e fatta passare con i voti di fiducia, sono le tappe del cursus honorum di Matteo Renzi. Chiunque, di fronte a queste brucianti sconfitte, avrebbe definitivamente abbandonato la politica. Renzi, al contrario, ha preferito ancora una volta alzare la posta, da giocatore d’azzardo, quale è sempre stato e quale si è sempre comportato.
Oggi si avvia ad una ulteriore sconfitta: quella della scissione di un partito, che lo ha eletto segretario, dimostrando in questo modo di non essere capace di gestirlo e di mantenerlo in vita. Seguiremo con attenzione quanto avverrà tra domani e dopodomani con l’auspicio che la liquidazione del PD, dopo quella del centro-destra, possa costituire la premessa per la ricomposizione di forze partitiche omogenee e rappresentative di quelle culture politiche che appartengono alla storia dell’Italia e dell’Europa e che non possono essere cancellate, come la storia della seconda Repubblica ha definitivamente dimostrato.