UNITA’ REPUBBLICANA
Associazione politica per l’Italia della ragione
Nella sua foga a favore del sì all’appuntamento elettorale del 4 dicembre, il prof. Angelo Panebianco ha abbandonato definitivamente il confronto sui contenuti della cosiddetta riforma costituzionale, per abbracciare a tutto campo la tesi renziana che si vota per un plebiscito sul Presidente del Consiglio. Per Panebianco (I calcoli politici sbagliati, Corriere della Sera 22 novembre 2016) la vittoria del no aprirebbe la strada del Governo a Grillo e al Movimento 5 Stelle, per il semplice fatto che alla bocciatura elettorale seguirebbe un ridimensionamento politico di Renzi, le sue dimissioni e, dopo “un breve pasticciato tentativo di grande coalizione” la inevitabile vittoria elettorale dei grillini. Di qui l’invito del professore bolognese a unirsi tutti sul fronte del sì per consolidare Renzi in una battaglia contro il “populismo” grillino. Panebianco invita a votare sì il centro-destra diviso e incapace di ritrovare motivazioni unitarie e una leadership, per assicurare la vittoria di Renzi e far fuori definitivamente quella sinistra interna del PD che spererebbe “grazie al caos che ne seguirebbe” di ottenere “qualche sgabello che assicuri loro, per un po’ di tempo almeno, la sopravvivenza politica”.
Insomma, per Panebianco al di là e al di fuori di Renzi non c’è che il vuoto politico. Panebianco non si accorge, nel suo furore, che se così fosse potremmo considerare definitivamente spacciata la nostra democrazia. Lo stesso Napolitano, pur avendo una buona dose di responsabilità nel disastro in cui è stato cacciato il Paese, ha preso le distanze dal tentativo renziano di trasformare il referendum sulla Costituzione in un plebiscito sul Capo del Governo. Le cose non stanno come sostiene Panebianco. Il 4 dicembre gli italiani devono votare su una riforma della Costituzione che altera la divisione e l’equilibrio tra i poteri, fondamento di una democrazia sana e corretta. Inoltre, se dovesse prevalere il sì, avremmo non soltanto una Costituzione debole, ma avremmo l’affermazione del principio che ogni maggioranza di Governo può farsi la Costituzione che vuole, a suo gradimento. Checché ne dica Panebianco e checché tenti di sostenere lo stesso Renzi il 4 dicembre non si vota sul Governo. La svolta plebiscitaria è l’estremo ricatto nei confronti degli italiani che, ci auguriamo, vorranno votare guardando ai contenuti delle modifiche alla Costituzione. Quanto poi al timore del trionfo del populismo, Panebianco può stare tranquillo: a Palazzo Chigi già oggi siede chi del populismo ha fatto la sua bandiera e la sua linea politica.