di Tate Taylor, con Emily Blunt.
Trama del film
Il caso editoriale dell’anno diventa un film. E che film! Diranno i miei piccoli lettori!
Dopo le elezioni di Trump a Presidente degli USA, e le polemiche sulle email di Clinton, la crisi della politica si è abbattuta sulla cinematografia.
Già un film su Snowden ha messo di cattivo umore i vertici della CIA, altre rivelazioni non potevano essere tollerate.
Per cui le trame dei film, soprattutto dei gialli come questi, sono state secretate per essere sicuri che non ci fossero in giro dei copycat, sapere come quando da noi esce “Natale a Pazzuoli” e due giorni dopo “Natale a Posillipo” con trame uguali uguali uguali, e a ttori diversi?
Ecco, per evitare tutto ciò, che fa molto provinciale, e per essere sicuro che il pubblico non si perda la suspance, la trama di “La ragazza del treno” era conosciuta solo da due sceneggiatori, che per sicurezza non l’hanno rivelata agli attori, ma soprattutto al regista, il quale ha brancolato nel buio per tutta la durata delle riprese, e alla fine è riuscito a completare il film senza sapere di cosa trattasse.
Questa segretezza totale si è trasferita anche al pubblico, che ovviamente non ci ha capito un cazzo della trama, ma siccome è un giallo, poi agli amici tutti dicono: “Non ti racconto nulla sennò ti perdi tutto il divertimento”.
Ecco.
Io a quelli che del film non hanno capito una mazza – perché qua non c’è niente da capire – e che poi ti tendono un trabocchetto perché “mal comune mezzo gaudio”, gli farei vedere tutta l’opera di Eisenstein in lingua originale.
Ah, dite che girava film muti? Meglio. Così s’imparano. Sti stronzi.
Giudizio della critica
Abbiamo dormito per due ore, ci siamo svegliati gli ultimi dieci minuti solo per vedere un po’ di salsa di pomodoro in giro.
Però il film finisce con un primo piano su una bella gnocca.
Se riuscite a trovare in giro solo gli ultimi trenta secondi non vi affannate a cercare il resto.