Credo che abbia fatto bene Virginia Raggi ad opporsi alla candidatura di Roma quale sede Olimpica per il 2024.
Me lo suggerisce il gran casino di quelli che la accusano, anzitutto, con un falso: quello che abbia rinunziato alle Olimpiadi.
La famosa frase di De Coubertin “importante non è vincere, ma partecipare” (…sì…andatelo a raccontare alle tifoserie…) si applicherà forse alle gare olimpiche, non alla competizione per l’assegnazione della sede.
Una candidatura di Roma avrebbe comportato lo scatenamento contro di essa da parte dei sostenitori di quelle di altri Paesi semplicemente tirando fuori tutti gli argomenti che gli interessati oppositori di oggi della Sindaca grillina hanno sostenuto per anni.
“Capitale corrotta”, mancanza di un serio impianto urbanistico e della sua applicazione, disordine edilizio e viario, trasporti arretrati e malfunzionanti, blocco frequente del traffico, impianti sportivi al lumicino. E, poi, anche la mafia, “mafia capitale”. Magari la Raggi avrà deciso come ha deciso, proprio in base ad una pregiudiziale condivisione di alcuni di questi argomenti.
Certo è che all’Estero essi sono conosciuti e condivisi, grazie al battage che ne hanno fatto proprio quelli che oggi lamentano il “gran rifiuto”.
Se, poi, questi problemi non fossero stati sufficienti a bloccare e, magari, ridicolizzare, la candidatura, in caso di aggiudicazione dei Giuochi, difficilmente la Città avrebbe potuto sopportarne il peso, gli oneri, i disagi.
Ma, si dice, non si rinunzia così addirittura a competere. Già. Ma questo, per decisioni del genere, significa solo che si vogliono fare chiacchiere e retorica fino al giorno dopo dell’inevitabile sconfitta.
Certo, la rinunzia alla candidatura alle Olimpiadi non deve essere anche rinunzia a cercar di superare le situazioni che rendono inopportuno candidarvisi. Ma, tutto sommato, credo che sia una vittoria del buon senso e del rifiuto della retorica.
Mauro Mellini