Negli scorsi giorni il Servizio Cites Territoriale di Vicenza unitamente al Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Enego ha provveduto ad effettuare un sequestro di falchi ibridi, in provincia di Padova.
Il personale, durante un controllo ordinario, ha ravvisato che la documentazione che scortava gli esemplari non era corretta e non esisteva la necessaria perfetta corrispondenza tra gli animali e i documenti che avrebbero dovuto identificarli in maniera univoca.
Il personale operante ha quindi proceduto a sequestrare esemplari e documentazione alla luce dell’articolo 1 della Legge 150 del 1992 che regolamenta il commercio delle specie protette dalla Convenzione di Washington.
Il soggetto è stato inoltre segnalato all’Autorità Giudiziaria per un’ipotesi di frode nel commercio, considerato che una parte degli esemplari era pronta per essere consegnata agli acquirenti e la sua attività commerciale non era supportata da una regolare posizione fiscale.
Si consideri che un esemplare di questi falconiformi viene quotato nel mercato anche fino a 3.000 euro: è chiaro quindi l’interesse nell’allevare questi pregiati uccelli e porli in vendita. La maggior parte degli esemplari allevati in Italia viene venduta in Medio oriente dove la pratica della falconeria è particolarmente diffusa e si è disposti ad esborsare cifre consistenti per accaparrarsi incroci particolarmente pregiati o rari.