Ed ecco che nel caldo estivo che, volenti o nolenti, provoca un rallentamento dei neuroni, ci giunge la notizia che il Ministero degli Interni francese ha chiesto al Comune di Nizza i video delle telecamere che hanno filmato l’attentato del 14 luglio. L’avvocato della città ha detto “No” e li ha fatti mettere sotto sigilli.
Sì! Lo so, la notizia non è freschissima ma io pure ho i neuroni lenti e la calura mi rende pigra. Una piccolo elettrochoc per curare la lentezza aumentata dall’umidità che, aggiunta al caldo, piomba i ragionamenti viene dalla dichiarazione del Capo della videosorveglianza di Nizza, la poliziotta Sandra Bertin che, oltre ad avere brillanti neuroni nonostante tutto, è pure Capo della Supervisione Urbana di Nizza e Segretario generale della funzione pubblica territoriale, e che era di servizio la sera del 14 luglio. L’indomita poliziotta denuncia al Journal du Dimanche, il JDD, le pressioni subite dal Ministero degli Interni che le ha chiesto di “cancellare completamente le registrazioni della videosorveglianza di quella notte per evitare fughe”.
Possiamo quindi presupporre che tali video presentino falle nel sistema della sicurezza nazionale. Ricordo che la polizia locale non è armata e non poteva quindi agire nello stesso modo di quella nazionale presente sul posto. Se il Ministero degli Interni avesse fatto finta di nulla non ci verrebbero istintivamente dubbi su quanto appare nei filmati. Invece sta facendo un casino tale da sollevare un polverone ed una più che comprensibile curiosità. A questo punto non ci crede più nessuno che la cancellazione debba servire a proteggere immagini shoccanti e la dignità delle vittime.
Si ringrazia il Ministero degli Interni francese per aver suscitato la nostra curiosità!
L.P.