Si sono concluse nei giorni scorsi le indagini riguardanti l’operazione“Chihuahua”, iniziate nell’aprile 2015, riguardanti un presunto traffico di cuccioli di cani di razza Chihuahua, provenienti dall’Ucraina e Russia. Le indagini partite da un negozio di articoli per cani a Torino si è allargata ad un comune del cuneese e ad alcune provincie della Liguria. Alla luce dei fatti, è stata accertata l’esistenza di una vera e propria organizzazione, gestita da una donna di origini ucraine, che con l’ausilio di parenti e amici, aveva realizzato allevamenti amatoriali presso le abitazioni delle persone complici, senza alcuna autorizzazione da parte delle ASL competenti, e senza introiti per l’erario in piena evasione fiscale, inoltre introducendo cani di razza nel territorio italiano da paese terzo (Ucraina e Russia) ai fini della vendita, senza presentarli a un posto d’ispezione frontaliera per gli opportuni controlli sanitari. Per la prima volta in Italia, il personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale e del Comando provinciale di Torino, in collaborazione con i veterinari e tecnici dell’ASL TO2, essendo riuscito a provare l’introduzione a scopo di vendita di cani da paesi non UE ha potuto applicare il D. Lgs. 93/1993 ed elevare sanzioni amministrative a carico della donna Ucraina per un ammontare di oltre 70.000,00 €. In questo caso il personale del NIPAF con i dati acquisiti dalle indagini di P.G. e con i controlli incrociati sulle banche dati canine, è arrivato ad ottenere prove documentali del traffico di cani. Il traffico di cani di razza dai paesi dell’Est, è un fenomeno dilagante, gli acquirenti cadono nella trappola dei trafficanti, che utilizzano il metodo delle inserzioni on line e dei social network. La consegna dei cuccioli avviene quasi sempre nei parcheggi dei centri commerciali, o addirittura nelle aree di servizio delle autostrade, con il pagamento in contanti alla consegna, purtroppo dopo alcuni giorni questi cuccioli si ammalano o arrivano al decesso per malattie contagiose contratte durante il trasporto o addirittura dall’allevamento di provenienza, il tutto con costi esorbitanti per le cure veterinarie, che azzerano tutto il risparmio sull’acquisto non effettuato presso rivenditori o allevamenti regolari.