Aung San Suu Kyi: formazione e cibo sono fonte di democrazia e dialogo tra i popoli. Al via uno scambio culturale tra Birmania e Italia, fondato proprio sul food.
Il miglior studente della HCTA – Hospitality and Catering Training Academy avrà l’opportunità di studiare in ALMA, il più autorevole centro di formazione al mondo dedicato alla cucina italiana. HCTA, fondata da Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace, ha condiviso questo progetto, nato dal dialogo tra l’Ambasciatore Italiano a Yangon Giorgio Aliberti, la senatrice Albertina Soliani, la stessa HCTA e ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, sostenuto dall’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Parma, 25 maggio 2016 – «L’apprendimento, lo studio e la conoscenza sono gli elementi che conducono al futuro. Nel mio Paese abbiamo certamente bisogno di riforme politiche ma anche di interventi chiari relativi alla sfera dell’istruzione, che siano in grado di risollevare le menti, i cuori e lo spirito del mio popolo»: così nel 2013, a Bologna, durante la lectio magistralis in occasione della consegna della laurea honoris causa, si è espressa la leader birmana Aung San Suu Kyi, paladina di democrazia e libertà e testimone della non-violenza, tanto da meritare il Premio Nobel per la Pace nel 1991. Oggi Aung San Suu Kyi guida il suo Paese come Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri.
La stessa Aung San Suu Kyi è fermamente convinta che il cibo, fonte di piacere e veicolo di emozioni, sia un elemento di unione, per la sua universalità: è infatti sinonimo di convivialità e veicolo di relazione con culture tra loro lontane e diverse. Formazione e cultura gastronomica sono i pilastri su cui si fonda la HCTA – Hospitality and Catering Training Academy: si tratta della Scuola di Cucina situata nei pressi della città birmana di Yangon City, che costituisce uno dei progetti portati avanti dalla Fondazione Daw Khin Kyi fondata da Aung San Suu Kyi. Fino a poche settimane fa lavorava in HCTA, curando il progetto con ALMA, il suo stretto collaboratore U Htin Kyaw che Aung San Suu Kyi ha indicato poi come Presidente del Myanmar. Nel corso del recente incontro del Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni a Naypidaw con Aung San Suu Kyi e con il Presidente del Myanmar si è parlato con soddisfazione del progetto di collaborazione con ALMA.
Nel suo messaggio all’EXPO 2015 Aung San Suu Kyi ha detto: «Sono stata in Italia poco più di un anno fa e ed è stato uno dei viaggi all’estero più belli che abbia fatto da molto tempo a questa parte. Per la gente, la musica e, naturalmente – ultimo ma non meno importante – il cibo. Il cibo inteso non solo come pane quotidiano ma anche come base per l’amicizia, come arte».
Proprio la HCTA sarà al centro di un progetto di scambio culturale con l’Italia, frutto del legame di amicizia di Aung San Suu Kyi e dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la collaborazione di ALMA, che ospiterà e inserirà uno studente birmano all’interno dell’International Culinary Program, il percorso in lingua inglese studiato dalla Scuola Internazionale di Cucina Italiana per gli aspiranti cuochi stranieri. L’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli, guidata dal Presidente Carlo Ferrari, e sostenuta dalla Senatrice Albertina Soliani, è una realtà non-profit che, come il Premio Nobel per la Pace, si adopera per il processo democratico, lo sviluppo, l’autodeterminazione e la libertà della popolazione birmana. In concreto, da oggi, mercoledì 25 maggio, lo studente più promettente della HCTA, Ye Ko Naing, avrà la possibilità di venire in Italia per perfezionare lo studio della nostra cucina. A ospitare il giovane birmano sarà appunto ALMA, che ha sede nella Reggia di Colorno. Perché la scelta è ricaduta sul territorio parmense? Per almeno tre motivi. Parma, Città Creativa UNESCO della Gastronomia, con le sue eccellenze gastronomiche e il suo patrimonio di tradizioni e talenti, si può considerare l’indiscussa capitale della Food Valley italiana. E ALMA è oggi ritenuta il più autorevole centro di formazione al mondo in materia di cucina italiana. Sulla decisione ha influito il legame di amicizia e affetto che lega Aung San Suu Kyi a Parma, di cui è cittadina onoraria: la leader birmana è venuta in visita nella città ducale nell’ottobre 2013 e da allora dialoga costantemente con i suoi cittadini, in particolare con i giovani, perché motori di cambiamento e speranza su cui costruire un futuro di democrazia e amicizia tra popoli diversi.
«Avere qui con noi in Italia Ye Ko Naing è particolarmente significativo – spiega Carlo Ferrari, Presidente dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli -. L’amicizia, valore fondativo della nostra Associazione, è alimentata anche dallo scambio delle cose a cui più teniamo, in questo caso la grande tradizione della cucina italiana che incontra l’universo di profumi e sapori della cucina del Sud Est asiatico».
«ALMA E HCTA – dice la senatrice Soliani, già Presidente dell’Associazione Parlamentare Amici della Birmania – l’Italia e la Birmania investono sui giovani. Un altro passo avanti nella collaborazione per il futuro dei due Paesi. Con l’ingresso di un giovane studente di HCTA, Ye Ko Naing, nella Scuola Internazionale di Cucina Italiana si innalza la speranza per la nuova generazione birmana. Un’idea, che ho da tempo coltivato, oggi si avvera».
«Quando nei mesi scorsi, su suggerimento dell’attuale Presidente del Myanmar, U Htin Kyaw, ho visitato la HCTA qui vicino a Yangon – racconta l’Ambasciatore italiano a Yangon Giorgio Aliberti – ho subito pensato che un’iniziativa così promettente meritasse un sostegno dall’Italia. E grazie al dialogo con la Senatrice Soliani siamo riusciti nel giro di pochi mesi ad attivare un progetto di scambio davvero promettente. È stata davvero una grande soddisfazione sentire il Presidente U Htin Kyaw elogiare il progetto di scambio con ALMA durante il recente incontro con il Ministro Gentiloni. Il cibo per noi italiani è pienamente parte del patrimonio culturale e qui in Birmania ho trovato un terreno fertile per assorbire le nostre conoscenze. C’è un enorme interesse per l’Italia, per la nostra cultura, per il nostro modo di vivere e per il nostro cibo».
Grande soddisfazione è espressa da Paolo Gentiloni, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: «Nella mia recente missione in Myanmar, dove ho avuto il privilegio di essere il primo rappresentante di Governo occidentale a incontrare il Presidente U Htin Kyaw appena insediatosi ed Aung San Suu Kyi nella sua nuova veste di Ministra degli Esteri e Consigliera di Stato, ho potuto toccare con mano l’apprezzamento dei miei interlocutori per il progetto di scambio tra ALMA e HCTA. La formazione dei giovani è un elemento fondamentale per la crescita democratica ed economica di un Paese. L’Italia, che con Myanmar ha in comune una antichissima civiltà e che contribuisce con vari progetti alla preservazione del patrimonio culturale birmano, non può che favorire i contatti culturali e a livello di società civile, ingredienti base dell’amicizia e della comprensione tra i popoli».
«È innegabile: il cibo ha una dimensione culturale e ciò che mangiamo contribuisce a forgiare la nostra identità – afferma Enzo Malanca, presidente di ALMA -. La mission della nostra Scuola non è soltanto quella di formare i professionisti dell’ospitalità del domani: ma anche e soprattutto quella di promuovere la cultura enogastronomica del nostro Paese, contribuendo alla sua evoluzione. Crediamo molto nel cibo come veicolo di scambio e dialogo tra i popoli: dal 2004, anno della nascita di ALMA, a oggi, abbiamo creato un network internazionale che riunisce 20 Scuole di Cucina di eccellenza da tutto il mondo, dal Brasile alla Corea del Sud, dagli Usa alla Malesia, dal Sudafrica alla Turchia, dall’Australia al Regno Unito. Ora siamo felici di accogliere Ye Ko Naing: se da un lato potremo contribuire alla sua crescita professionale, dall’altro i nostri chef sono aperti alle contaminazioni della cucina birmana».