“Evitare la fuga dall’Italia del comparto dei call-center, garantire i livelli occupazionali e offrire garanzie agli utenti sul trattamento dei dati sensibili. Era questo l’intendimento dell’art 24 bis del decreto legge del 2012, oggi scopriamo che le aziende aggirano questa norma con il beneplacito del ministero per lo sviluppo economico che avrebbe dovuto vigilare sull’applicazione della legge”. Cosi il deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto che sulla vicenda dei call-center e sull’effettiva applicazione dell’art 24 bis ha presentato un’interrogazione urgente al governo ottenendo, oggi, una risposta stupefacente. “Per il ministero- afferma Palazzotto- l’obbligo di informare il cliente sull’ubicazione del call-center scatta solo per i paesi extra UE. La stessa interpretazione avanzata dalle aziende del settore e che svuota, di fatto, l’intenzione della norma del 2012. Chi chiama un call-center, in questo modo, non avrà certezza sull’uso e la tutela dei propri dati, compresi quelli riguardanti, ad esempio, le proprie carte di credito. Inoltre, con questa interpretazione, il Ministero facilita le delocalizzazioni del comparto. Con buona pace dei livelli occupazionali e rendendo sempre più ricattabili i lavoratori, costretti a compromessi al ribasso su diritti e salario pur di mantenere l’occupazione”.
