A conclusione di un’articolata attività investigativa durata più di un mese, hanno dato esecuzione a due provvedimenti cautelari degli arresti domiciliari per il reato di estorsione in concorso a carico di un pregiudicato 26enne abitante a Revello (CN) e della commerciante borgarina incensurata 46enne.
L’indagine prendeva le mosse grazie alla profonda conoscenza del territorio dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile i quali, raccogliendo dapprima alcune indiscrezioni e semplici voci di strada secondo cui un noto commerciante del luogo sarebbe stato vittima del racket, avviavano una serie di attività informative volte a raccogliere ogni elemento utile e verificare la veridicità di quanto appreso. Col passare dei giorni però, quella che in un primo momento pareva essere la solita “chiacchiera di paese”, prendeva sempre più corpo. Dai servizi di appostamento attuati dai carabinieri in prossimità di tale esercizio commerciale emergevano alcuni riscontri oggettivi e così iniziava l’indagine vera e propria, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti degli indagati, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Cuneo, P.M. Dr.ssa Giulia COLANGELI. Effettivamente dalle prime risultanze d’indagine emergevano subito degli elementi di reità a carico di due estorsori che, tra i mesi di giugno ed ottobre del 2015, con atteggiamento minaccioso e fortemente intimidatorio, vantando un ingiusto credito nei confronti dell’esercente vittima del reato, si facevano consegnare la somma contante di euro 8.500,00.
Ad ulteriore conferma poi dell’intero quadro investigativo, a fine novembre scorso, i carabinieri arrestavano in flagranza di reato il suddetto pregiudicato, proprio mentre si faceva consegnare, sempre dietro minaccia e con atteggiamento aggressivo nei confronti dell’esercente vittima dell’estorsione, la somma contante di euro 700,00 quale ulteriore rateo del “pizzo”. La donna attinta dalla misura cautelare è invece l’ex proprietaria del bar, ora gestito dalla vittima, la quale, dopo avergli fatto richieste farneticanti di danaro per l’esercizio da lei venduto, è passata alle vie di fatto avvalendosi del pregiudicato dai metodi criminali più spicci ed assai convincenti.
I restanti tre indagati liberi, sempre per il reato estorsione, sono accusati di aver collaborato con l’uomo e la donna arrestati per portare a termine l’attività criminosa.
Durante l’esecuzione delle due ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari inoltre i carabinieri hanno eseguito una serie di perquisizioni domiciliari rivendendo nella disponibilità dei due soggetti alcune schede sim telefoniche e dei telefonini utilizzati per comunicare durante la commissione dei reati, il tutto veniva posto sotto sequestro. Entrambi i soggetti arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso le rispettive abitazioni per essere sottoposti al regime detentivo degli arresti domiciliari, così come disposto dall’A.G.
Indagini dei carabinieri sono tuttora in corso per accertare se il gruppo criminale possa aver preso di mira altri commercianti del cuneese chiedendo loro il cosiddetto “pizzo”.