(SI’, MA….)
Con alla testa gente come quella che oggi occupa il potere ai vertici della Nazione non si va alla guerra, né contro ISIS, né contro i topi e le rane di una farsesca batracomiomachia.
Lo spettacolo della seduta comune del Parlamento Francese che ascolta il Presidente Hollande che, malgrado il suo aspetto da impiegato del catasto, pronunzia parole chiarissime senza mai svicolare, magari con una punta dell’enfasi tipicamente francese, con, alla fine della seduta, il canto della Marsigliese, ci fa arrossire al paragone con i nostri Governanti, che non hanno mancato, anche in questa occasione in cui c’era da attendersi che gli avvenimenti tragici prendessero per mano gli uomini per far loro superare ambiguità, equivoci, furbastrerie, di dar prova della loro totale inadeguatezza.
Ho inteso Renzi, interrogato da un giornalista sulla reazione francese in Siria all’attacco terroristico subìto a Parigi, venir meno anche alla sua solita fluidità delle chiacchiere, balbettando per alcuni minuti frasi inconcludenti. Una esibizione pietosa. E, poi, il Ministro degli Esteri, Gentiloni, con la sua storica frase del nostro “metodo” di “combattere sul piano militare ma senza entrare in una dinamica di conflitto” che supera ogni limite di immaginazione circa l’imbecillità e di ambiguità ridicola.
E poi la Ministra della Difesa di cui dimentico sempre il nome, tanto non esiste, la Pinotti (debbo pensare a Gianni e Pinotto per ricordarmela) che lancia la frase di più sintetica inconcludenza “le bombe non sono un tabù”.
E poi il Presidente della Repubblica, che per dire la sua è andato nientemeno che a cercare l’inaugurazione dell’anno accademico in un’Università minore, quasi a sottolineare l’esigenza di evitare ogni clamore e che, per poter mettersi alla testa dell’Italia che volesse veramente destarsi dovrebbe sottoporsi ad un trattamento estetico che ne attenuasse l’aspetto funereo non certo entusiasmante e beneaugurante.
Dove volete che si vada sotto la guida, (si fa per dire), di questa gente?
Intanto la più importante decisione di fronte all’aggressione terroristica all’Europa, che sia stata adottata a Roma, l’unica che, magari, “ha fatto notizia” anche all’Estero, è quella, che, del resto, viene dalla Città del Vaticano, che non sarà sospeso o rinviato il Giubileo.
La questione non è tanto importante per il significato in sé della decisione (non avere paura, non rinunziare, non mimetizzare l’identità anche religiosa occidentale). La scelta porterà inevitabilmente conseguenze che vanno messe in conto delle tante ambiguità che, purtroppo, sono la costante di tutto quanto avvenga da queste parti.
Se, magari per un cambiamento di strategia dei tagliagole, un attentato sanguinoso venisse a turbare una delle più affollate manifestazioni giubilari, l’attuale decisione del Papa diventerebbe di colpo oggetto delle più aspre critiche, delle lamentele più atte (e non prive di fondamento) dentro e fuori della Chiesa (oggi teatro di lotte accanite) a suscitare insofferenze e malumori.
Il Papa sarà costretto a fare di tutto per accentuare l’ambiguità dell’atteggiamento della Chiesa di fronte al terrorismo islamico (la “paterna” comprensione per gli assassini “provocati” dalle vignette su Maometto etc. etc.). Quella che è apparsa una presa di posizione netta contro le stragi di Parigi dovrà essere dimenticata nella speranza che ciò allontani da Roma gli assassini. Esagero? Forse. Ma nessuno potrà mai smentirmi.
Così “andiamo alla guerra”. Una guerra equivoca, in perfetto “stile italiano” (assai questa espressione mi addolora e mi fa vergognare, ma di più mi costerebbe far finta di non capire).
Non possiamo cambiare il Papa (non noi, altri, chi sa…). Potremmo cambiare Governo, eliminando i personaggi più decisamente umoristici. Per sostituirli con chi?
Mauro Mellini
P.S. I nostri cosiddetti governanti non si stancano mai di fare (stupidi) giuochi di parole, che credono sia fare politica (mentre ora c’è da fare addirittura la guerra).
Il solito Gentiloni ha detto alla Camera: “L’Italia deve svolgere un ruolo sempre più importante (!?!?) nel contribuire all’orientamento politico della coalizione…e facilitare una transizione politica in Siria”.
Insomma gli altri facciano la guerra, noi svolgeremo un ruolo sempre più importante nel “orientare” i babbei che devono farla.
Ma i babbei veri siamo noi, che ci teniamo al Governo certa gente.