Mentre proseguono i contatti sul fronte diplomatico per far fronte alla crisi siriana, gli occhi restano puntati sugli incontri di Vienna, dai quali si spera possa arrivare un primo segnale in merito ad accordi con l’Esercito libero siriano.
Nella giornata di ieri il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il re Salman bin Abdulaziz Al Saud dell’Arabia Saudita, mentre dal canto suo, il presidente siriano, Bashar al-Assad, sembrerebbe disposto a discutere di emendamenti alla Costituzione e a tenere eventuali elezioni democratiche, qualora il popolo siriano lo ritenesse necessario.
In questo contesto, secondo i russi, l’Esercito libero siriano (Fsa) avrebbe potuto concordare azioni congiunte con il governo nella lotta all’Isis, rinunciando alla rivolta armata nei confronti di Assad.
Una prima doccia fredda arriva però sugli incontri di Vienna, visto che nonostante i pronostici favorevoli ad un accordo in linea con le direttive di Putin, i negoziati internazionali rischiano di non vincere la resistenza dei leader del FSA.
Secondo quanto riportato in un documento diffuso stamane da ribelli al regime di Assad, gli incontri di Vienna sarebbero frutto di una trama dei russi che hanno prima bombardato le postazioni dei ribelli non appartenenti né all’Isis né al fronte Al-Nusra, per poi avviare i negoziati con la comunità internazionale da una posizione di forza.
Secondo la stessa fonte, quella russa, ad oggi, sarebbe stata solo una vittoria mediatica. I tentativi di controllare diverse aree, da Hamaa a Sahl al-Ghab, prendendo il controllo di Al-Sakeek e Kufr Nubudah, poi riguadagnato dalle forze ribelli, dimostrano il fallimento delle operazioni russe.
Lo stesso dicasi per Athsan, attualmente presa d’assalto dai Mujahideen.
Supporter dell’Isis, sostengono che lo scopo delle campagne militari condotte a sud di Aleppo, fosse quello di potersi presentare a Vienna con una significativa vittoria in tasca, per costringere il FSA ad accettare una soluzione pacifica. Anche questo, un tentativo fallito, visto che la regione è stata riconquistata dai Mujahideen.
Secondo fonti del FSA, i russi sarebbero rimasti sorpresi dal loro rifiuto ad accettare le trattative, facendo così ricorso ad accuse e minacce.
Approfittando di questo, i terroristi dello Stato Islamico cercano di far fronte comune con quanti non accetteranno alleanze con i paesi della coalizione internazionale sotto la guida degli USA, né con la Russia alleata di Assad e dell’Iran, sottolineando come i musulmani “non si inginocchieranno dinanzi nessuno tranne che ad Allah!”
Gian J Morici