di Marinella Andaloro
Si autoattribuiscono patenti di antimafiosi spettacolarizzando il tutto e usando così soldi pubblici per interessi privati.
Usando di fatto l’antimafia di facciata come strumento di potere per farsi scudo (e a volte per ripulire un’immagine e una fedina penale non proprio immacolata) e dare così legittimità alle loro malefatte (sicuramente illecite -ma ancor di più- eticamente e moralmente riprovevoli), in contiguità con la mafia stessa, fomentandosi e alimentandosi, di fatto, l’un l’altra (prima di tutto per il semplice fatto che senza la mafia l’antimafia -e relative carriere politiche e professionali- non avrebbero ragion d’esistere!). Rendendo l’immaginario della mafia attuale, ormai avulso dai luoghi comuni di coppola e lupara, più fosco e difficilmente riconoscibile ad un ingenuo o ai più privi di senso critico che ne parlano nei convegni senza averla mai vissuta sulla loro pelle.
Becera antimafia mediatica dell’immaginifico, ridicolmente isterica, ideologica e convegnista dove pratiche assai usuali sono la truffa, il peculato, l’appropriazione indebita, l’associazione a delinquere e soprattutto l’elargizione di tangenti sotto forma di incarichi, consulenze, soldi (pubblici, quindi del popolo tutto) e privilegi vari al fine di foraggiare la loro cosca di faccendieri, amici, complici, clientes, familiari e amanti, in perfetta logica clientelare. Favorendo carriere, coperture e business in nome dell’antimafia. Ovvero fior fiori di professionisti. Dell’antimafia.
Tali personaggi, vigliacchi e omertosi, sono intrisi di mafiosità pure con la loro arroganza dell’ottenere la leadership (e relative immunificenze e immunità) a tutti i costi, cavalcandone l’onda con un patetico esibizionismo e trasformando l’antimafia in vessillo fine a se stesso e strumentalizzando meschinamente il nome dei morti, infangano e inquinano il nome di chi l’antimafia l’ha fatta e la fa davvero, e senza lucrarci sopra.
Ma la cosa che mi lascia basita è l’omertà degli schiavi votanti che si lasciano corrompere, si vendono e si sottomettono a tali ipocriti personaggi, elevando perversamente quindi la mafia ad antimafia. Questi esseri, oltretutto incapaci di discernere tra il bene e il male, hanno tutto il mio disprezzo, perché invece di isolare questa gentaglia se ne rende complice, creando danni irreversibili alla credibilità della lotta alla mafia. Quella vera.
Ma voglio sperare che siano solo:
o ingenui e/o vittime del terrorismo antimafioso (perché è lecito aver paura di certi meschini professionisti dell’antimafia che possono far più danni della mafia stessa).
O sono collusi,
o sadicamente mentalmente deviati,
o indifferenti.
Ma ricordatevi che l’indifferenza, l’omertà, ammazzano più di una lupara.