DIVAGAZIONI IN UNA ESTATE TORRIDA
Salvato dal suicidio dalla provvidenziale dichiarazione di Lo Voi e forte della successiva “graduata” conferma da parte del Partito dei Magistrati della inamovibilità, assicurata dall’uso non masochistico dello Statuto regionale da parte dei deputati, benché a lui tutti o quasi più o meno ostili, Crocetta risfodera arroganza ed è, oramai in aperta polemica con il P.D., che tuttavia definisce il “suo partito”, affermazione che appare oggi una battuta perfida di spirito.
Ed il P.D. scopre che Crocetta è un autentico, solito gattopardo di Sicilia. Che ha usato durante la campagna elettorale la parola “rivoluzione” più di quanto l’abbia fatto la buonanima di Lenin, per lasciare le cose come erano e sono, anzi per rafforzare i poteri già forti: quelli dei padroni della “munnizza” e dell’acqua ed altri consimili “rivoluzionari”.
Anzi, proprio ora, dopo che la telefonata fantasma con Tutino ha reso ostensibile il marcio del presidente gattopardo, il P.D. scopre l’esistenza dei “Signori della munnizza” e dei “padroni dell’acqua”, invano proclamata “di tutti”.
E ne parla quasi come Petrotto, l’ex Sindaco di Racalmuto, tempo fa messo in croce per aver detto e ripetuto certe cose quando Confindustria Sicilia era considerata espressione di una “nuova imprenditoria” siciliana, antimafia che di più non si può.
Crocetta, dunque, superato lo sgomento per la telefonata che non aveva fatto, o forse aveva fatto senza sentire cosa diceva quel Tutino suo amico (questi benedetti telefoni!!!) si rivela un supergattopardo e se ne infischia dei rimbrotti del P.D., delle intimidazioni (magari con riserva mentale) di Renzi, delle dichiarazioni di Faraone (del P.D., non d’Egitto).
Ma se il “rivoluzionario” Crocetta deve essere qualificato e, magari, ricordato nella storia della Sicilia è per aver dimostrato in modo inconfutabile che c’è un gattopardismo di Sinistra. Tommasi di Lampedusa ci aveva dato un quadro magistrale di quello “di Destra”, dei baroni, dei latifondisti.
Crocetta ce ne ha fornito, non con la letteratura, ma con i fatti, la prova inconfutabile che ve ne è uno di Sinistra, che poi tanto Sinistra non è: quello dei baroni “della munnizza”, delle concessioni dell’acqua e dei servizi pubblici. Francamente senza paragone con l’altro, senza decenza e splendori. Il che, poi, significa che tutto è relativo e che anche se ci sono sempre nuovi specialisti dell’arte di cambiare tutto perché tutto resti come prima (penso alla storia grottesca delle “provincie gattopardesche di Sicilia!!!) qualcosa, in fondo in fondo, cambia: nello stile dell’arte, quanto meno, che, ahimè, si fa più rozzo e spregevole.
E se procedendo in queste analisi gattopardometriche arrivo poi alla conclusione che anche la mafia scompare addirittura per rimanere come prima, con la sigla dell’antimafia che oggi ne rappresenta il “terzo livello” e che, in fondo, il mutamento “conservativo” è avvenuto e sta completandosi con lo stile peggiore, mi guadagnerò una patente ulteriore di concorso esterno ideologico-letterario in associazione mafiosa, ma non potrò che compiacermene. Avrò compreso qualcosa della storia dell’oggi. E non è poco.
Mauro Mellini