Budapest, vita da profughi…
Budapest, 4 sett. 2015. Non desidero fare nuovi commenti. Vi propongo questa selezione di foto che ho preso ieri sera alla stazione Keleti di Budapest. D’altra parte, non è successo nulla di rilevante.
Tutti parlono e scrivono di profughi, di Europa, Onu, ma per loro non succede nulla. Tranne il fatto che il treno “della speranza”, partito ieri mattina verso il confine austriaco, è stato fermato Bicske a metà del percorso. E’ ancora lì. I profughi si sentono ingannati, protestano. In mancanza di mezzi, scrivono con la schiuma da barba i loro cartelli di protesta. Ma si sa: la schiuma è appariscente quanto inconsistente e presto evapora… Per ora, la più grande paura per i profughi è la pioggia, annunciata per domani, sabato 5. Basterebbe, infatti, un forte acquazzone per creare gravissimi disagi alle famiglie, ai tanti bambini che sarebbero costretti ad abbandonare i precari ricoveri. Per andare dove? Questo nessuno lo sa o lo dice.
(Agostino Spataro)
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