Il ruolo che la sorte ha riservato al dott. Francesco Lo Voi nella vicenda pirandelliana del compromettente legame di Crocetta con il chirurgo plastico Matteo Tutino, specialista etc. etc., della notizia dell’intercettazione della loro ancor più compromettente telefonata, della smentita che ha salvato Crocetta che stava per suicidarsi, di quel successivo suo “non mi dimetto”, sembra ritagliato in modo da contraddire quello più confacente alla persona di quel magistrato, noto per la sua moderazione ed alieno da esibizionismi ed operazioni politiche.
Tanto meno Lo Voi avrebbe, è da ritenere, voluto trovarsi immischiato in questa tragica pochade proprio adesso, che è in bilico sulla sua poltrona, per il ricorso al T.A.R. contro la sua nomina da parte dei due concorrenti, Lo Forte e Lai, ricorso che aveva portato alla sospensiva della nomina, annullata dal Consiglio di Stato, ma con la “spada di Damocle” della decisione sul merito del ricorso che avverrà dopo le ferie.
Qualcuno dice che ora, salvatore della vita e della poltrona di Crocetta, Lo Voi può stare tranquillo che nessuno oserà rimuoverlo. Certo è che proprio Lo Forte e Lai si sono preoccupati di smentire subito anche loro l’esistenza della famigerata intercettazione, quasi fossero preoccupati di non rimanere troppo indietro al loro avversario.
Che cosa pensi davvero Lo Voi di questa inconsueta tegola (o fortuna) che gli è capitata addosso inopinatamente non si sa e non è uomo da andarlo a raccontare in giro.
Ma Freud ci ha insegnato a fare attenzione a certi involontari affioramenti dell’inconscio, i “lapsus”, i famosi “lapsus freudiani”.
Nella sua quarta dichiarazione al “Corriere della Sera”, della smentita “graduata” della registrazione famigerata, (ma a Crocetta era bastata la prima per convincersi che mai aveva fatto quella conversazione!!) Lo Voi ha spiegato che quella intercettazione, se vi fosse stata, non sarebbe certo stata buttata via. Voleva fosse ben chiaro che doveva escludersi che la mancanza della registrazione non escludesse quella di una intercettazione ritenuta inutile: “Il clima di ostilità nei confronti di Lucia Borsellino è stato faticosamente ricostruito e ciò conferma che l’intercettazione avrebbe fatto comodo all’accusa”.
Fin qui niente di speciale, se non la conferma di ciò che tutti sappiamo e che qui abbiamo più volte denunciato: che i P.M. se ne infischiano della legge che imporrebbe loro (che si definiscono “Parte Imparziale”) di raccogliere prove anche in favore dell’indagato e che quindi buttano via quelle intercettazioni che esplicitamente o implicitamente potrebbero giovare all’imputato.
Ma poi è emersa la gaffe: “…Ma purtroppo quell’intercettazione non c’era”.
Quel purtroppo avrebbe dato tanto da fare a Freud. Pare invece che, non solo Crocetta, che avrebbe dovuto saltare sulla poltrona su cui è inchiavardato, ma neanche i giornalisti più adusi ad “infilar le parole” dei discorsi degli intervistati, hanno dato segno di rendersi conto della sua enormità.
Presa così, nel suo più evidente significato, si direbbe che per Lo Voi purtroppo non è stata bestemmiata la memoria di Borsellino, non è stata minacciata la Figlia rompiscatole degli affari di Crocetta col suo chirurgo plastico di fiducia, che non è stato offeso il culto dell’Antimafia. Roba da far gridare scandalo e di gioia i suoi concorrenti alquanto estremisti come antimafiosi e come magistrati.
Ma la portata della gaffe è meno eclatante, ma più sottile e significativa secondo il metodo interpetrativo del “profondo” nelle teorie del Medico viennese.
Quel “purtroppo” è l’involontaria confessione (che non ha bisogno di Freud per essere conosciuta dai napoletani che hanno il proverbio “Pulcinella si confessa cantando” (senza la minima allusione ad un parallelismo Pulcinella-Lo Voi, persona serissima).
Lo Voi si direbbe sia contrariato dall’effetto “eccessivo” avuto dal suo “salvataggio” di Crocetta. Che non ci sia registrazione di quella brutta telefonata va bene, ma che Crocetta, con quel che bolle in pentola anche per via di Tutino, oltre a non più suicidarsi, ne tragga argomento per ritenersi investito dalla Procura del dovere di portare fino in fondo la sua opera devastante della Sicilia, è un po’ troppo. Se a rimuovere Crocetta (suicidio a parte) dalla sua poltrona ci voleva quell’intercettazione, allora peccato che si sia troppo convinto che la conversazione non c’è mai stata. Quindi PURTROPPO, dobbiamo dire che non c’era e non c’è mai stata.
Freud dimostra che Lo Voi giunge, almeno “nel profondo”, alla stessa conclusione del P.D., di Renzi, e degli esponenti siciliani del partito: che ora, “purtroppo” non sanno come levarselo dalle scatole.
Ma come è complicata questa politica!!!
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info