Le tonnare siciliane sono il simbolo del legame viscerale e talvolta violento che lega gli isolani al mare, al punto tale che nonostante queste abbiano cessato la loro attività da anni pur sempre i suoni e gesti che le hanno caratterizzate permangono come un’eco nella memoria dei siciliani.
La Tonnara Bordonaro, sita nel borgo Vergine Maria a Palermo, costituisce un valido esempio dell’importanza di questi luoghi: la mattanza dei tonni non è stata soltanto un’attività importante per l’economia del paese, essa è intrisa di cultura, di sapori, di colori, di vita che trascorreva al ritmo delle onde sia all’interno che all’esterno della tonnara, dove la borgata si sviluppava e viveva con essa le gioie e le sfortune del mare. Le Tonnare non sono meramente riducibili alla loro funzione d’uso in stricto-sensu, ma portano con sé la storia di un popolo in tutte le sue variegate forme.
La Tonnara Bordonaro che è stata dimora di alcune ricche famiglie palermitane, fra cui i Florio che seppero sfruttarne il valore commerciale, che incantò persino Luchino Visconti durante le riprese del “Gattopardo”, è stata anche scenario di disastri sui quali ancora oggi bisogna fare chiarezza.
Da quando negli anni ’50 ha perso la sua funzione originaria ed è stata abbandonata dalla famiglia Bordoraro, oltre al mare, alla salsedine e all’umidità si aggiunge l’incuria umana che ha contribuito alla progressiva corrosione di questo luogo affascinante.
Nel 1992 la Soprintendenza dei Beni Culturali per tutelare la Tonnara, che versava in uno stato di abbandono e che aveva subito alcuni danni fra cui il crollo di parte del marfaraggio ove vi erano dodici imbarcazioni ottocentesche usate per la mattanza, sottopone sotto vincolo architettonico l’edificio, e sotto vincolo ento- antropologico le barche, simbolo della memoria del lavoro marinaro.
La Tonnara, dal dopoguerra, di proprietà della famiglia Caputo la Vecchia, viene data in gestione nel 2004 alla Kursal srl di Alberto Coppola per la realizzazione di un centro polifunzionale di carattere culturale, ma la nuova gestione non si occupa dello stato della Tonnara e delle sue barche. Dal 2005 al 2010 seguono infatti due sequestri: uno per stato di abbandono della Tonnara, l’altro per abusivismo edilizio a causa di alcuni lavori effettuati da Coppola per la realizzazione di un ristorante all’interno del complesso monumentale. Tali interventi sono irrilevanti per la tutela delle imbarcazioni per le quali, seppur sottoposte a vincolo, non vengono adottati adeguati mezzi per la salvaguardia né da parte dei proprietari, né del gestore, né la Soprintendenza si occupa di verificare che fossero effettuati interventi decisivi per la conservazione ed il risanamento dei beni.
Nel 2011 di dodici imbarcazioni solo due risultano integre, le altre danneggiate ed alcune totalmente disgregate a causa di altri crolli del tetto del marfaraggio (uno nel 2006, l’altro nel 2007) e di un incendio. Gli abitanti della borgata di Vergine Maria, non sopportando lo scempio che si compieva nella totale indifferenza delle autorità competenti, si uniscono nel movimento “Vergine Maria si riprende il territorio” presentano un esposto alla Procura e alle istituzioni di tutela. Non ci sono però miglioramenti e ad aggravare ulteriormente lo stato in cui versano le imbarcazioni sono le riprese della fiction televisiva Squadra Antimafia che nell’Ottobre del 2011 si svolgono nei locali della Tonnara, realizzando un set proprio nel marfaraggio delle antiche barche. Ci si aspetta a questo punto che la Soprintendenza dei Beni Culturali e gli altri organi competenti intervegano tempestivamente, ed effettivamente lo fanno revocando il vicolo ento -antropologico su tutte le imbarcazioni, ad eccezione delle ultime due rimaste integre.
Nel 2014 la Kursal srl affitta parte del ramo d’azienda alla Kappaelle Comunicazione & Eventi di Nicolò Pizzillo (ex consigliere comunale di Cefalù) per la realizzazione di attività ricreative all’interno del complesso della Tonnara. Ciò che segue è ancora più preoccupante: parte del perimetro esterno che collega il marcipiede con l’ingresso della Tonnara, subisce gravi crolli, inoltre le attività svolte ledono la quiete pubblica e la natura stessa del Bene.
Preoccupati per l’incolumità pubblica e per la tutela del bene, diverse Associazioni (Pro Loco Nostra Donna del Rotolo, Circolo “L’istrice”, Palermo Indignata, Maqueda Pedonale, Vigliena Associazione di Promozione Sociale, Mirto Verde, Comitato per il Centro Storico di Palermo, Comitato per la Rinascita della Costa e del Mare) si uniscono per denunciare ancora una volta la mancanza di interventi di tutela, sollecitando le attività competenti ad intervenire. Si effettuano varie perizie ad opera dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, ed inseguito a vari esposti e diffide, il Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico e la Polizia Municipale procede con il sequestro delle zone a pericolo crollo, ma ciò non è sufficiente affinché si sospendano le attività. I gestori della Kappaelle rimuovono i sigilli, non effettuano i lavori di risanamento intimati dalla Soprintendenza ed indisturbati continuano gli eventi ogni fine settimana, ponendo in grave rischio il pubblico nonché la Tonnara stessa. Nel Gennaio 2015 un altro crollo, le Associazioni che si erano mosse per limitare i danni e le attività illecite continuano la loro lotta e pressano le autorità preposte affinchè si intervenga in modo decisivo, stavolta non solo per la difesa della Tonnara ma anche per la sicurezza pubblica.
Ad oggi il complesso è interamente sottosequestro ma sconfortante rimane lo stato della Tonnara, i danni subiti non sono ancora stati risanati e così si disgrega la sua struttura, l’identità di un popolo e della sua storia. È stata fortunatamente aperta un’inchiesta per far chiarezza sugli eventi e sugli indagati, si spera quindi che i proprietari e i gestori rispondano di eventuali crimini commessi; inoltre i gestori della Kappaelle hanno incontrato i membri delle Associazioni e cittadini della Borgata, mostrandosi disponibili a trovare dei compromessi per le attività da svolgere in loco.
Significativa è stata però anche la posizione in questo decennio assunta dalla Soprintendenza: l’aver revocato il vincolo ento-antropologico da questa stessa imposto nel 1992 ha condannato i reperti al deterioramento, il non aver tempestivamente effettuato regolari controlli sullo stato di conservazione del bene, se non grazie alle sollecitazioni dei cittadini, ha contribuito, seppur indirettamente, al peggioramento dello stato della Tonnara. Inequivocabile risulta il disinteresse delle istituzioni per il Patrimonio Culturale, diversi sono infatti i beni per i quali non si attua una vera opera di prevenzione, tutela, conservazione e valorizzazione, soprattutto nel Meridione dove spesso non mancano sottesi interessi che legano gli organi pubblici ai privati. Il Patrimonio Culturale non appartiene solo allo Stato, ma è della comunità, dei cittadini, che come nel caso della Tonnara Bordonaro non devono rinunciare a dimostrarne il valore per cercare almeno di salvare quel che sopravvive della nostra cultura.
Federica Corona