Orazio RAGUSA è nato a Scicli, in Sicilia, nel 1938 e vive in Campania. Ha studiato presso il Liceo Classico di Enna e l’Università di Palermo frequentando la facoltà di Giurisprudenza. Arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri, dopo qualche anno lascia la carriera militare col grado di Tenente. Ha svolto per il passato attività commerciale e negli ultimi anni si è dedicato alla professione di investigatore privato legalmente autorizzato. Riconoscimenti nell’ambito letterario: Diploma di merito per il concorso Racconto breve 1° Premio Città di Empoli Domenico Rea (Ibiskos Editrice,1996)
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Il vento della vita
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Un gran silenzio era intorno. Il silenzio e l’odore dell’alga avevano avvolto tutto, tanto da dare l’impressione che la grotta stesse in attesa dei loro movimenti. Lo stesso rumore del mare, all’esterno, sembrava svanito ed in vece sua alitavano i loro respiri che sapevano di amore in fiore. Le pareti della caverna, in fondo, sembravano essersi ritirate, discrete, nel colore grigiastro che le avvolgeva. La grotta riprendeva il suo aspetto remoto e solitario: nel profondo della sua acqua palpitavano gli organismi primitivi dei coralli.
Con un’occhiata d’intesa i due si alzarono e tuffarono contemporaneamente, creando nell’acqua vortici e circoli che subito dopo si sarebbero spenti per ridare la bellezza solita di stasi a quel mare sotterraneo.
Andò avanti lui: trovò l’uscita, la percorse, riemerse, seguito dalla sua Waltdraudt. Erano di nuovo sotto la luce del sole abbagliante.
Orazio RAGUSA è nato a Scicli, in Sicilia, nel 1938 e vive Campania. Ha studiato presso il Liceo Classico di Enna e l’Università di Palermo frequentando la facoltà di Giurisprudenza. Arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri, dopo qualche anno lascia la carriera militare col grado di Tenente Ha svolto per il passato attività commerciale e negli ultimi anni si è dedicato alla professione di investigatore privato legalmente autorizzato. Riconoscimenti nell’ambito letterario: Diploma di merito per il concorso Racconto breve 1° Premio Città di Empoli Domenico Rea (Ibiskos Editrice, 1996).
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Il vento della vita
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I temi della carriera, dell’amore, dell’arte e della fede, hanno nel Vento della vita articolazione e spazio rilevanti.
Sin dall’inizio la narrazione (la vita di un allievo ufficiale impegnato a raggiungere l’obiettivo del grado) stimola sensazioni e sentimenti crescenti, riconducibili alla precarietà della nuova esperienza lavorativa ma anche all’incantamento per l’amore appena incontrato. Lo stesso amore, in questa vicenda segnata da una tragica fatalità, dà l’impressione di essere una chimera, un’aspirazione che il giovane ufficiale insegue disperatamente. Solo l’arte, cui egli da sempre è votato, sembra poterlo consolare. L’abbandono della carriera militare difatti, per dedicarsi alla scrittura, da atto apparentemente inconsulto, si rivelerà la nuova strada percorribile (appoggiato in questa decisione da una scrittrice inglese, sua mecenate), per sanare le ferite del cuore. Sarà quest’ultima a far prendere coscienza al giovane che anche la stessa arte, col passare degli anni, è destinata a scomparire: il tempo distruttore polverizza ogni cosa. Solo Dio è eterno e con Lui la Sua creatura umana, anzi il suo spirito.